Michele è un giovane emigrante in terra romana, tra l’Eur e
Trigoria, che una domenica su due, cascasse il mondo, rientra a casa. Il bucato
lasciato in dotazione alla mamma, una chiacchierata con papà, e via verso il
Palamaggiò. Casa, appunto.
Una domenica su due, ogni volta. E qualche volta anche più spesso, in trasferta a Pistoia, ad Avellino, e ovviamente, quando arriva il famigerato Roma-Caserta, nel suo monolocale nello sgangherato studentato in cui vive, può arrivare ad ospitare fino a 8 tra amici e colleghi, stesi un po’ ovunque, birra e rutto libero inclusi.
Una domenica su due, ogni volta. E qualche volta anche più spesso, in trasferta a Pistoia, ad Avellino, e ovviamente, quando arriva il famigerato Roma-Caserta, nel suo monolocale nello sgangherato studentato in cui vive, può arrivare ad ospitare fino a 8 tra amici e colleghi, stesi un po’ ovunque, birra e rutto libero inclusi.
Giulia è un’aspirante insegnante di matematica, e se c’è
qualcosa di cui non riesce a fare a meno sono i ragazzini cui dà ripetizioni, e
la JuveCaserta.
E se i primi, spesso e volentieri, danno tante splendide soddisfazioni, mai come quest’anno la Juve è stata la più discola delle alunne, svogliata, da lasciare dietro la lavagna tutto il giorno.
Eppure quel sediolino occupato in Curva 4 Stelle è più certo del canonico 2+2=4. Si parte dal venerdì con l’Ansia e i mille messaggi sugli avversari, sui nostri ragazzi, sul “questa volta vinciamo, sicuro”, ed io, da scaramantico atavico, “Si Giulia, si, poi si vede”. E lei di nuovo “Questa volta vinciamo, lo sento”. E giù di gesti apotropaici.
E niente, è arrivata la vittoria con Avellino, e poi Sassari, e poi Reggio. C’aveva ragione, e me lo rinfaccerà per sempre. Sicuro.
E se i primi, spesso e volentieri, danno tante splendide soddisfazioni, mai come quest’anno la Juve è stata la più discola delle alunne, svogliata, da lasciare dietro la lavagna tutto il giorno.
Eppure quel sediolino occupato in Curva 4 Stelle è più certo del canonico 2+2=4. Si parte dal venerdì con l’Ansia e i mille messaggi sugli avversari, sui nostri ragazzi, sul “questa volta vinciamo, sicuro”, ed io, da scaramantico atavico, “Si Giulia, si, poi si vede”. E lei di nuovo “Questa volta vinciamo, lo sento”. E giù di gesti apotropaici.
E niente, è arrivata la vittoria con Avellino, e poi Sassari, e poi Reggio. C’aveva ragione, e me lo rinfaccerà per sempre. Sicuro.
Franco è un attempato signorotto che ormai sono convinto sia
arrivato sulla Terra direttamente col Palamaggiò, in allegato. Quando arrivo nel
parcheggio la sua Panda è sempre già là. Per un po’ c’ho provato a sfidarlo. 10
minuti prima, poi 20, poi 30, niente. Sempre prima lui. Poi ho smesso perché alla
fine la controra della domenica è tremenda, e il divano comodissimo.
Guarda la partita con una compostezza d’altri tempi, ogni tanto un gesto con le mani, uno sguardo al soffitto, come a dire “ma vedi tu cosa devo sorbirmi”.
Effettivamente, i tempi di Oscar e Gentile sono lontani, il rumore del tifo nel palazzetto di via Medaglie d’Oro sempre più soffuso nei ricordi, e farsi scendere un air ball di Tommasini o un appoggio mancato da Tessitori sotto canestro è dura, quando hai un certo palato.
Cosa non si fa per amore.
Guarda la partita con una compostezza d’altri tempi, ogni tanto un gesto con le mani, uno sguardo al soffitto, come a dire “ma vedi tu cosa devo sorbirmi”.
Effettivamente, i tempi di Oscar e Gentile sono lontani, il rumore del tifo nel palazzetto di via Medaglie d’Oro sempre più soffuso nei ricordi, e farsi scendere un air ball di Tommasini o un appoggio mancato da Tessitori sotto canestro è dura, quando hai un certo palato.
Cosa non si fa per amore.
E poi ci sono Pierpaolo, e Francesco, e Luca, e c’è Angelo e
Anna, e Michela e Luigi. E tanti altri.
Che domenica saranno con la sciarpa stretta nel pugno, la rabbia sul volto e il cuore che a momenti ci lascia le penne, davanti ad uno schermo di una televisione.
Per meschinità, per mero calcolo, per miopia, domenica al BPA
Palas di Pesaro la Questura e la VL hanno permesso, infatti, la presenza di 450
tifosi ospiti.
Erano 207, ne chiediamo 1000, rilanciano con 450. Sto.
Numeri dati un po’ alla cazzo di cane, perché i tifosi ospiti fanno paura, e fanno rumore, e sono troppi.
Sono numeri.
Che ne sanno loro di Michele, di Giulia, di Franco, o di chicchessia.
Loro hanno dei numeri, e in quanto tali, con numeri credono di trattare.
Erano 207, ne chiediamo 1000, rilanciano con 450. Sto.
Numeri dati un po’ alla cazzo di cane, perché i tifosi ospiti fanno paura, e fanno rumore, e sono troppi.
Sono numeri.
Che ne sanno loro di Michele, di Giulia, di Franco, o di chicchessia.
Loro hanno dei numeri, e in quanto tali, con numeri credono di trattare.
Saremo 450 sugli spalti, rigorosamente non ignifughi, dell’Adriatic
Arena. Almeno così dicono, perché loro non sanno, non capiscono.
Ognuno di quei quattrocentocinquanta fortunati, con la sciarpa bianconera nel pugno, la rabbia in volto e un cuore che a momenti ci lascia le penne, ognuno di loro, porta con se la voce e la passione di tutti coloro che non ci saranno.
E Dio, se non restituiranno colpo su colpo, le tensioni e le lacrime che hanno strappato ai tifosi bianconeri in questa settimana. Dio, se non riempiranno ogni frangente, ogni istante, con le proprie voci. E Dio, se non renderanno la gente orgogliosa di chi li rappresenterà su quegli spalti.
Ognuno di quei quattrocentocinquanta fortunati, con la sciarpa bianconera nel pugno, la rabbia in volto e un cuore che a momenti ci lascia le penne, ognuno di loro, porta con se la voce e la passione di tutti coloro che non ci saranno.
E Dio, se non restituiranno colpo su colpo, le tensioni e le lacrime che hanno strappato ai tifosi bianconeri in questa settimana. Dio, se non riempiranno ogni frangente, ogni istante, con le proprie voci. E Dio, se non renderanno la gente orgogliosa di chi li rappresenterà su quegli spalti.
Per la Juve. Per la SAlvezzA. Per l’onore. E ora anche per
Michele, per Giulia, e per Franco.
Per l’ultima battaglia, per la Storia.
Ci vedremo a Pesaro.
Ci vediamo là.
Per l’ultima battaglia, per la Storia.
Ci vedremo a Pesaro.
Ci vediamo là.
Nessun commento:
Posta un commento