domenica 19 settembre 2010

L'ANALISI: JUVECASERTA- KHIMKI


Di questi tempi l'anno scorso ci si apprestava a preparare l'esordio in campionato contro l'Angelico Biella (per i più scaramantici, avversaria alla prima di campionato anche questa stagione) con una squadra totalmente rifondata rispetto all'anno precedente: giocatori nuovi, in gran parte perfetti sconosciuti (Bowers, Ere, Koszarek, Doornekamp, Kavaliauskas) e poche certezze (capitan Di Bella, l'inossidabile Michelori e la vera stella della squadra, Jumaine Jones). Quella Juve partì a fari spenti, nello scetticismo generale, addetti ai lavori compresi (il noto editoriale Superbasket posizionò la Juve al tredicesimo posto nella griglia di partenza del campionato) e con obiettivo scontato, la salvezza. A distanza di un anno, 365 giorni, è cambiato quasi tutto. Squadra sostanzialmente identica a quella che tanto bene fece nella precedente stagione, con alcune eccezioni: partiti Kavaliauskas (Veroli) e Michelori (Siena) sono arrivati la guardia Martin Colussi, reduce dalla sudatissima salvezza di Pavia (Legadue), di cui è stato il principale artefice, l'ala-pivot Luca Garri, uno dei pochi a salvarsi nella fallimentare annata biellese e la vera scommessa dell'intera gestione Sacripanti: il centro Olumide Oyedeji, atleta nigeriano con un breve passato in NBA prima a Seattle, poi nei Magic's di coach Doc Rivers e poi finito a giocare in campionati meno conosciuti e di livello tecnicamente non elevatissimo come quello cinese e portoricano. Si è voluto quindi privilegiare la continuità e la programmazione avendo come principale obiettivo del mercato estivo la conferma del trio di americani. Indubbiamente questo porterà benefici, poichè mentre altre squadre, magari costrette alla totale rifondazione, dovranno attendere qualche mese prima di trovare la perfetta amalgama, Caserta avrà rispetto ad esse, almeno inizialmente, un vantaggio di cui necessariamente dovrà saper approfittare.

E paradossalmente tra queste squadre figura anche quella che lo sfortunato sorteggio di Barcellona ha scelto come avversaria della Juve al primo turno dei preliminari di Euroleague, il Khimki Mosca di Sergio Scariolo. La squadra russa, giunta ad un soffio dai quarti di finale nella precedente edizione della maggiore competizione europea per club, è indubbiamente l'avversaria più ostica che potesse capitare alla Pepsi (le altre possibili avversarie presenti nell'urna della prima fascia erano Alba Berlino, Asvel Villeurbanne e Unics Kazan). I denari russi infatti quest'anno hanno costruito un vero e proprio bolide, capace di competere ai massimi livelli su tutti i fronti cui dovrà partecipare. Roster completamente rinnovato, ma decisamente rinforzato rispetto allo scorso anno: ai partenti Jankunas, Javtokas, Ricky Minard (vecchia conoscenza del nostro basket, prima con Montegranaro e poi con Roma), Carlos Cabezas, Kelly McCarty e Timofey Mozgov (Knicks) sono subentrati il centro ex Siena Ben Eze, il playmaker ex CSKA Zoran Planinic, l'ala piccola Thomas Kelati (reduce dalla vittoria in Eurocup con Valencia), l'esperto pivot Savrasenko, il croato Kresimir Loncar e Sergey Monya. Ad essi vanno ad aggiungersi i soli 3 confermati: quel Keith Langford che si impose in Italia prima a Soresina in Legadue e poi soprattutto a Bologna al piano superiore, Vitalij Fridzon e l'ala russa Fedor Dmitriev. Una squadra che, bisogna ammetterlo, coi preliminari di Eurolega ha poco a che fare.

A questo impegno apparentemente insuperabile la Juve si presenta con un pizzico di rammarico per la crudeltà del sorteggio, ma con tanto entusiasmo per una sfida che rinverdisce i fasti dei tempi passati. L'attesa per la partita che simbolicamente sancisce il ritorno della Juve nell'èlite del basket europeo dopo 18 anni di assenza è febbrile e quest'ansia è facilmente percepibile sia tra i tifosi che nella stessa società. Per presentarsi nella maniera migliore ad un appuntamento del genere il Palamaggiò è stato completamente messo a nuovo grazie al pronto intervento della Provincia che ha lavorato duramente affinchè lo storico impianto potesse essere a norma per ospitare competizioni europee: nuovo parquet, nuovi canestri, sala stampa e spogliatoi completamente ristrutturati, gradinate ridipinte di bianco ed inferriate di nero per richiamare cromaticamente ai colori della squadra di casa.

Tutto è pronto per il gran ballo, Caserta si è rifatta il trucco per l'occasione, dal punto di vista organizzativo tutto è andato secondo i piani, ora manca solo il responso del campo: come detto la Pepsi parte indubbiamente sfavorita, sia per inferiorità dal punto di vista tecnico, sia per la lunghezza del roster moscovita sia per mancanza di esperienza a questi livelli (eccezion fatta per Jones e Garri). Ma tutto ciò di certo non spaventa la squadra, consapevole dei propri mezzi e soprattutto del fatto che quanto di eccezionale fatto lo scorso anno non è stato solo un fortunato exploit.

A sostenere i bianconeri ci sarà la solita bolgia con un colpo d'occhio, c'è da scommetterci, dal punto di vista delle presenze se non come quello per gara5 contro Milano (oltre 7500 spettatori), molto molto simile, e pronta, se necessario, a far sentire il fiato sul collo agli avversari e a spingere la Juve al compimento di una nuova impresa.

La palla a due del match d'andata sarà alzata martedì 21 settembre, il ritorno in Russia alla Novator Arena il 24 (che vedrà tra le altre cose, la presenza di un drappello di quasi cento casertani che ad ogni costo sono voluti essere presenti al ritorno della Juve tra le grandi, a testimonianza del fatto che l'amore per questa società è viscerale e non conosce distanze).


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