martedì 4 settembre 2012

GAME OVER


Premessa: non sono un ultras, non mi considero tale (pur comprendendo gran parte delle logiche che portano avanti questo complesso mondo) a differenza di tanti altri che solo seguendo un paio di cori se ne arrogano il diritto. Ma seguo la Juve ormai da diversi anni, in casa e spesso anche in trasferta, ho avuto l'onore di essere al fianco dell'Inferno Bianconero e dare il mio contributo molte volte e la notizia di ieri del loro scioglimento è stata una doccia fredda stordente come poche.

Era nell'aria, era nell'aria già da tempo: sul finale della scorsa stagione per giorni era ventilata un'ipotesi del genere, quando, a salvezza ottenuta, la squadra perdeva pezzi, anzi, perdeva e basta, e il palazzo era frequentato dai soliti 2000 irriducibili, compresi ovviamente i diavoli dell'IBN, ormai in poche decine. E la mente sistematicamente tornava a quei tempi, nemmeno troppo lontani, in cui quella curva, piena fino all'inverosimile, incuteva paura al punto tale che gli avversari manco alzano lo sguardo. I tempi in cui anche i cosiddetti "normali" vivevano in simbiosi con il loro gruppo, sentendosi parte attiva di un progetto che avrebbe dovuto riportare la Juve nell'Olimpo. Poi Frates, problemi interni al gruppo, e qualcosa si rompe. Tutto d'un tratto quei numeri da capogiro che non mi va neanche di ricordare perchè noti praticamente a tutti, da occasione per gonfiare il petto e urlare al cielo "Nessuno è come noi, mettetevelo in testa!" diventano una pesante zavorra. Non me ne vogliano i ragazzi, ma purtroppo la condizione cui si era arrivati recentemente non rendeva onore a quel glorioso passato (come tra l'altro riportato anche nel loro breve ma come al solito senza fronzoli comunicato), e quindi lo scioglimento, per quanto doloroso, è stato atto coraggioso, coerente ma soprattutto dovuto e necessario. 

Il diavolo c'era sempre. In tutti questi anni di gioie e dolori, sconfitte amare e vittorie esaltanti, sono passati giocatori, allenatori, dirigenti, sponsor, ma quello striscione ha rappresentato il simbolo di continuità degli ultimi 23 anni di storia bianconera: ha unito la vecchia, storica, Juvecaserta con quella che ne ha preso il posto dopo il fallimento del '98 e ha accomunato diverse generazioni di tifosi, compresa la mia. 

Ho avuto la fortuna di avvicinarmi alla Juve nel periodo meno brillante della sua storia (ultimi anni di B1), e dico fortuna perchè il sogno della serie A ha un sapore unico e particolare per coloro i quali sono cresciuti con ben altri palcoscenici e avversari. Si ha possibilità di misurare correttamente la proporzione  di quanto abbiamo ottenuto, nella consapevolezza che nulla ci è dovuto e tutto va guadagnato, a differenza di altre realtà. 

Sono cresciuto in questi anni, domenica dopo domenica, assieme all'entusiasmo contagiante che l'Inferno trasmetteva, assieme ai loro cori (che poi risuonavano nella mia mente durante tutta la settimana, perchè se uno è malato, lo è "30 giorni al mese", mica solo la domenica alle 6..), alle storiche rivalità e ai gemellaggi (tra i ricordi più belli della mia vita ci sarà sempre il 27 febbraio 2011, quella piccionaia di Casalecchio di Reno colorata di nero-bianco-blu, con 500 fratelli fortitudini a cantare per la Juve assieme a 250/300 casertani giunti in Emilia, tutti uniti in un unico boato come se ci si conoscesse da sempre), ed è dura da accettare il fatto che quello striscione e quel simbolo, la cui presenza per molti era anche rassicurante, quasi a stare sicuri che finché ci fosse stato il diavolo a difesa dei colori bianconeri tutto sarebbe andato per il verso giusto nonostante le avversità, da ieri non saranno più sui gradoni del Palamaggiò. 

Da ieri tutti i tifosi casertani saranno orfani di qualcosa, anche quelli della Caserta ipocrita e perbenista, anche coloro che oggi, viscidamente, gongolano e brindano per essersi liberati di un peso, tutti. 

Non mi è mai piaciuto granché dedicarmi ad omaggi formali e di facciata solo per ben figurare, ma stavolta lo sentivo. Un sincero grazie a tutti coloro che hanno portato avanti questa realtà per 23 anni, nonostante tutto.

2 commenti:

  1. In tutta onestà non riesco manco ad immaginare una juve senza ibn...
    Tristezza infinita.
    P.M.

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  2. A chi lo dici...la curva senza la "capa" del diavolo non sarà più la stessa.

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