domenica 13 ottobre 2013

PREVIEW: JUVECASERTA - REYER VENEZIA


Eccoci finalmente, 2 punti in palio e si inizia a fare sul serio. Al termine di un precampionato non particolarmente lungo ma denso di impegni concluso con un bilancio di 5 sconfitte e 4 vittorie (facciamo 3, lungi da noi voler far incazzare nuovamente Dalmonte..) la Juve, o Pasta Reggia (c'è ancora da farsi l'orecchio, da queste parti non eravamo più particolarmente abituati ad avere main sponsor) di Lele Molin (a proposito, in bocca al lupo coach per questa nuova avventura!) si presenta ai nastri di partenza con un cauto ottimismo frutto delle ultime ottime prove di preseason che hanno visto i bianconeri prima schiantare Roma (aridaje..) e poi condurre e a tratti dominare (per poi cedere di schianto gli ultimi 5' e perdere) i successivi scrimmage contro la Mens Sana Siena e le V Nere di Bologna.

PRESEASON. Risultati a parte, che come è noto in prestagione contano come il due di coppe quando briscola è a bastoni, la squadra scesa in campo prima al Città di Caserta e ancor di più nelle ultime amichevoli è sembrata essere tutt'altra cosa rispetto a quella vista al Memorial Pentassuglia di Brindisi prima contro la squadra locale e poi contro l'Olimpia Milano di coach Banchi, segno evidente del fatto che il lavoro di Molin e dei suoi uomini ha dato nel tempo i suoi frutti e che questi gradualmente stanno manifestandosi sempre più. 
Come è logico che sia la Juve ad oggi, come anche tutte le altre squadre di A, è ancora un cantiere aperto: lo stesso coach mestrino, alla vigilia del suo personalissimo derby con Venezia, ha ammesso che la squadra può migliorare ulteriormente in quanto ci sono alcuni suoi componenti (Hannah e Moore) che hanno ancora notevoli margini di crescita. 
Due sono stati gli elementi chiave della "svolta" in tale miglioramento: condizione fisica e amalgama. Trattandosi di una squadra terribilmente atletica e fisica, al crescere della prima è cresciuta proporzionalmente l'intensità difensiva che a tratti ha confermato quanto da sempre sostenuto dagli addetti ai lavori, ovvero che le fortuna di questa squadra (campo aperto, campo aperto e campo aperto) passano necessariamente per l'efficacia della fase difensiva. Ovviamente invece, al crescere della seconda sono andati oleandosi anche gli ingranaggi offensivi, apparsi invece arrugginiti nelle prime uscite settembrine (e per una squadra che ha cambiato in estate 8 uomini su 10 mi sembra anche il minimo). 
Insomma, tra conferme (i soliti Miche, Mordente, insignito dei gradi di capitano a furor di popolo, e direi anche Brooks) e piacevoli sorprese (Roberts su tutti, ma anche l'ottimo Scott, il buon Vitali Jr e un Tommasini in crescendo) due sono stati i giocatori maggiormente sotto la luce dei riflettori di questa preseason: prima Stefhon Hannah e poi Cameron Moore, l'asse play-pivot per intenderci. Al netto che esprimere giudizi definitivi (o sparare sentenze, fate voi) dopo qualche allenamento rischierebbe di essere piuttosto fuorviante, ad oggi è possibile quantomeno fare alcune considerazioni. 

Il primo è apparso come il più classico dei "croce e delizia": tiratore altalenante, mani veloci e difensore arcigno sul portatore di palla avversario, capace di giocate irreali che alterna a palle perse talvolta anche banali alla velocità della luce. Ha dato l'impressione di giocare troppo spesso al limite, coi propri compagni che in questi casi fanno fatica a seguirlo, il che logicamente rende piuttosto farraginosa e ingolfata l'azione d'attacco. Idea personale: se stacca il joypad o quantomeno disattiva la modalità "arcade/playground" convogliando il suo talento (perchè ne ha) in un regime tattico ben definito rischia di essere una buonissima presa.
Sul secondo il discorso è un pò più complesso (almeno per chi scrive) e va fatta una premessa: è un classe '90 e la sua unica esperienza da Pro è in Ucraina. Detto ciò dal primo momento è apparso chiaramente sottodimensionato (sia in altezza che come stazza fisica) rispetto ai pariruolo che andrà ad affrontare. In compenso ha verticalità e atletismo da vendere, fattori che lo rendono pericoloso per lo più in situazioni di ricezione dinamica della palla (non è un caso che ha fatto vedere le cose migliori senza ricevere palla spalle a canestro, quanto piuttosto o andando a rimorchio a rimbalzo o ricevendo la sfera "rollando"verso il pitturato). Non che il ragazzo non abbia mani educate: il tiro dai 4 metri è anche  mediamente affidabile, ciò che però maggiormente preoccupa sia gli addetti ai lavori che, per sua stessa ammissione, il coach stesso è che in certe situazione su ambo i lati del campo appare spaesato, quasi non riuscisse a trovare la corretta sistemazione sul rettangolo da gioco. D'altro canto le alternative non mancano: Michelori è una certezza, Brooks e Scott hanno dato prova di poter giocare assieme in un quintetto da "small ball" grazie alla loro eccellente duttilità tattica. In tal senso Cameron ha le spalle coperte, ma c'è bisogno di un'inversione di rotta.

IL ROSTER. Umana Reyer Venezia.

VITALI - TAYLOR - LINHART - SMITH - EASLEY
GIACHETTI - ROSSELLI - PERIC - MAGRO


L'AVVERSARIO. Anche durante l'appena trascorso mercato estive la Reyer del patron Brugnaro non ha badato a spese per allestire un roster che, per numeri e talento, vale almeno le prime otto della classe. Dopo la travagliata e, checché se ne dica, insoddisfacente passata stagione culminata con un ottavo posto nella regular season strappato per i capelli proprio alla stoica (e storica) Juve di coach Sacripanti poi terminata nona, e a cui è seguita l'eliminazione senza appello (4-1) ai playoff Scudetto ad opera della Cimberio Varese di coach Vitucci, in estate si è assistito ad una vera e propria epurazione che ha visto resistere i soli Rosselli e Magro e che invece ha coinvolto, oltre ai vari Bulleri, Diawara, Marconato, Zoroski, Szewczyk, Fantoni, Bowers e Hubalek, anche due degli "eroi" della promozione di due anni fa: "Kiki" Clark e Alvin Young (quest'ultimo ora a Pesaro).
In compenso sono arrivati due veri e propri colpi da 90, i top scorer delle ultime due stagioni di Serie A: Donnel Taylor, reduce dal grandioso sesto posto in regular season con la Reggiana (uscita successivamente a testa altissima ai quarti di finale playoff contro la Virtus Roma, poi finalista del torneo) e Andre Smith, quello che, senza mezzi termini, è stato il principale artefice della conquista della salvezza bianconera di due anni fa. Amatissimo dal popolo bianconero per il suo fare amichevole e disponibile con tutti, oltre che per i suoi movimenti spalle a canestro che lo hanno reso l'idolo della platea del Palamaggiò, Andre torna a calcare i legni del nostro basket dopo esservi stato strappato a suon di petroldollari russi da parte del Krasnye Krylia Samara.

Attorno a questi due pilastri si è costruita una squadra solida e talentuosa, nella quale di fianco ad autentiche sicurezze per la categoria come i due succitati, ma anche l'ex Treviso e Cremona Hrovje Peric o il capitano Guido Rosselli, si inseriscono scommesse alla prima esperienza in Italia (l'ala Nate Linhart) e giocatori in attesa di rilanciarsi (Vitali, Giachetti) o confermarsi (Easley) a buon livello in Serie A.
Senza ombra di dubbio il più grande punto interrogativo a cui dare risposta per comprendere le reali ambizioni della Reyer in questo campionato riguarda il duo cui è stata affidata la cabina di regia: Luca Vitali e Jacopo Giachetti. 
Il primo, dopo stagioni (Milano, Roma, Bologna) in cui è andato a corrente alternata, ha ritrovato una buona continuità di prestazione nei mesi trascorsi, nella scorsa stagione, a Cremona, dove si è nuovamente rilanciato dopo l'exploit di Montegranaro che l'ha imposto nel panorama cestistico nazionale, ma distante ormai 6 stagioni.
Il play ex Roma invece è arrivato in Laguna alle soglie dei 30 anni in cerca di rilancio, essendo reduce da due stagioni di complessiva inattività in quel di Milano (10' scarsi di utilizzo di media).

IL PRONOSTICO. Non ne ho la più pallida idea, e se anche dovessi sforzarmi in barba ad ogni scaramanzia non ce l'avrei lo stesso. E' la prima di campionato, la Juve è completamente nuova, Venezia idem e le due squadre non si sono nemmeno mai incrociate in precampionato. Volessimo abbozzare una vaghissima previsione basandoci su budget a disposizione, roster allestito e relativi nomi, la bilancia non potrebbe che pendere dalla parte degli orogranata, ma, come è noto, il campo è un'altra cosa. E poi c'è il Palamaggiò.
Facciamo 45% Caserta- 55% Venezia e non se ne parli più, ma la partita è aperta. 
Buon campionato a tutti!

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