Nonostante la situazione di classifica, e in generale quella ambientale, non sia delle più esaltanti, in casa Juve si cerca comunque di guardare con ottimismo al futuro. D'altronde la salvezza è stata raggiunta in maniera piuttosto agevole( anche se con questa squadra parlare di salvezza è quantomeno inappropriato) e la zona playoff è distante solo due punti.
D'ora in avanti è vietato sbagliare: 3 partite da vincere, 120' in cui la Juve ha la possibilità di salvare la propria stagione, raggiungere quota 30 punti e ottenere il pass per il gran ballo della post season.
Purtroppo, come è stato più volte ripetuto, la differenza canestri e relativa classifica avulsa pesa ben oltre il celebre macigno: su 4 squadre tra i 26 e i 24 punti( Bologna, Roma, Pesaro e Sassari) con cui la Pepsi dovrà giocarsi gli ultimi 2 posti disponibili, Caserta ha lo scontro diretto a favore solo con la Lottomatica. Ragion per cui, risulterà necessario fare due punti in più rispetto alle concorrenti, il che significa 3 vittorie nei 3 incontri rimasti( Milano e Treviso in casa, intramezzate dall'ostica trasferta di Teramo, in cerca di vitali punti salvezza).
E' indubbio come le ultime due pessime prestazioni abbiano complicato enormemente la strada per i playoff, certamente in termini di classifica( anche se questa squadra ha dimostrato di essere in grado di fare bottino pieno), ma soprattutto come gioco espresso: a tratti frizzante, piacevole e inarrestabile, e subito dopo impacciato, bloccato e farraginoso; Una serie di montagne russe che, con una stagione arrivata agli sgoccioli, ormai è destinata a continuare fino alla fine.
La sconfitta casalinga di Avellino ne è stata la testimonianza più clamorosa: avvio deciso, 11-2 di parziale, timeout irpino e poi il vuoto, durato fino al -20 del terzo quarto, e poi seguito da una parziale reazione di orgoglio che ha ricucito il gap fino ad un più dignitoso -8. A maggio c'è poco da fare, la squadra è evidentemente affetta da cronica discontinuità che si manifesta nell'arco anche di una stessa partita, come contro Avellino o come anche a Kazan.
La trasferta di Roma è poi stata la logica prosecuzione di questo schizofrenico "su e giù", che ormai va avanti da ottobre( anzi, novembre, visto che la prima vittoria è arrivata alla sesta di campionato): certo, si potrebbe giustificare la sconfitta con l'assenza di Di Bella, che ha praticamente costretto la squadra a giocare in 5( vista la partita- fantasma della panchina), però contro una Virtus senza uno straccio di gioco e che si affida unicamente alle giocate individuali di Washington, Smith e compagnia, uscire dal campo senza i due punti è alquanto imbarazzante, a prescindere da eventuali defezioni: Avellino, per esempio gioca, vince e convince da circa due mesi, senza Dean e Troutman, in 5 + Lauwers e Cortese, in una situazione societaria al limite della decenza, con coach Frank Vitucci che più volte ha rischiato di vedere la squadra sfaldata dalle partenze se non fossero state saldate le inadempienze contrattuali, e nonostante ciò, l'Air esprime un gioco generoso, ha scalato la classifica fino al quarto posto e, nell'anticipo di sabato sera, ha addirittura sbancato il PalaEstra di Siena, con un monumentale Omar Thomas.
Detto delle due sconfitte consecutive, frutto dei problemi di continuità della squadra, alle porte c'è l'arduo impegno casalingo contro la rivale di sempre, l'Olimpia Milano. Inutile ricordare la storia di questa classicissima del basket italiano che per ben 3 delle 48 partite complessive ( bilancio 29-18 in favore dei meneghini) ha messo in palio il tricolore( '86,'87 e '91), ma a rendere l'amarcord ancora più intenso c'ha pensato il ritorno in panchina del 75enne coach Dan Peterson, indimenticato condottiero prima della Simac e poi della Tracer dei vari D'Antoni, Meneghin, McAdoo e Premier, che in due finali scudetto ha incrociato le armi e battuto( 2-1 e 3-0) proprio la Juve di Boscia Tanjevic, allora targata MobilGirgi.
Caso ha voluto che il ritorno in panca del "The Coach" è coinciso proprio col match d'andata in gennaio, vinto di 12 lunghezza da una Milano in cerca di riscatto dopo l'esonero di Piero Bucchi e contro una Juve positiva in fase offensiva, ma poco attenta nella retroguardia. A Pezza delle Noci non bisognerà ripetere gli stessi errori, anche se questa Milano ha cambiato e non poco fisionomia tattica e tecnica rispetto a quella dell'andata: tagliati Finley, Nardi e non rinnovato il contratto a gettone a Tomas Van den Spiegel, sono stati reclutati dal Fenerbahce l'ex playmaker della Carpisa Napoli vincitrice della Coppa Italia Lynn Greer e dal Khimki l'ex totem senese Ben Eze.
Nonostante l'operato di Peterson non abbia fatto gridare al miracolo per risultati( fuori dalla Coppa Italia subito per opera di Avellino e terzo posto in campionato), la dirigenza meneghina ha comunque deciso di dare in pasto al popolo il capro espiatorio da lui stesso individuato, coach Piero Bucchi. In sintesi, al pubblico milanese non sono andate giù le molteplici eliminazioni al primo turno di Eurolega, le eccessive difficoltà in regular season e il gioco poco corale e troppo affidato al talento dei singoli giocatori. Nonostante questo però, in campionato Bucchi ha sempre raggiunto il massimo possibile in campionato, la finale scudetto, ma ciò non ha mai convinto troppo a fronte di un progetto pluriennale che non ha portato miglioramenti nella squadra, ma solo sistematici sconvolgimenti del roster a stagione in corso.
Peterson dal canto suo ha preferito snellire al minimo il parco giocatori a disposizione, individuando i suoi uomini di fiducia in base alle loro caratteristiche tecniche e costringendo alla virgola più volte giocatori come Mordente, Ganeto, Petravicius e Pecherov, che, o per motivi d'infortuni, o per motivi strettamente tattici, non rientravano più nei piani dell'allenatore statunitense.
L'Olimpia è reduce dalla sudatissima vittoria casalinga nel derby contro Cantù, ora distante solo due punti( 4 in realtà, visto lo scontro diretto a sfavore). Milano pertanto, sarà vogliosa di vittoria per continuare la cavalcata verso la post season, sperando in qualche passo falso dei brianzoli, così da riuscire magari ad ottenere, in extremis, anche la seconda posizione( preziosa, in quanto garantirebbe in una possibile semifinale tutta lombarda il fattore campo alla quinta e decisiva partita).
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