24 ore, 1600 km, Caserta-Milano andata e ritorno in Pullman, 50 passeggeri.
Il viaggio di andata è stato massacrante, stanchezza dovuta alle sole due ore di sonno la notte precedente, seguita da un traumatico risveglio, sotto la doccia, nessuna colazione, e via verso il punto di ritrovo.
La strada è lunga, ma essendo partiti presto ci prendiamo qualche pausa. La sosta più bella mai fatta, The Mall, Incisa, vicino Firenze. Negozio Armani. Sciarpata&Cori. Sicurezza in allerta: Arrivano i Casertani. Alla fine la rapina la subiamo: Panino + Coca, 8€! Ma data la fame, dopo prelievi, mutui e prestiti, arricchiamo il Bar e il nostro stomaco, le tasche invece languono.
Arrivo a Milano preceduto da cori, ansia e un entusiasmo fuori dal comune, per un Casertano, il solito. Al palazzetto siamo i primi ad arrivare, un centinaio di milanesi, e noi gli unici a sventolare i vessilli bianconeri. Il primo a entrare è Hall, convinto di trovare pace e serenità, ma al vederci (e sentirci) ci rimane notevolmente male. Parte qualche coro contro il 7, fischi, applausi ironici, poi entrano tutti, applausi per ogni singolo giocatore casertano, da subito hanno capito che alla fine, giocavano in casa!
Il prepartita scorre via leggero, il settore si riempie, i milanesi ci guardano stupiti, poveri ingenui, non era ancora arrivato l’inferno! In pochi minuti arriva, sciarpate, cori a mille, i tifosi di casa ci guardano esterrefatti. Palla a Due. La partita è un turbinio di emozioni, alla fine il finale punto a punto, lo speaker della radio e la mascotte, convincono i milanesi ad alzare un po’ la voce, parte così un “Chi non salta è un casertano!”. Termina abbastanza presto tra le risate del pubblico di casa causate dalla nostra risposta “Saltellate su sto Cazzo”.
La partita corre via,ed io, come tutti noi assiepati nello spicchio del Forum per i tifosi ospiti, sono in trance, respiro per inerzia.
Pochi secondi, Time Out Caserta. Rimessa. Palla a Fabio, doppio blocco, i milanesi cambiano, Finley è su Jones, Riceve, si alza da 3….Panico! Boato, le emozioni stanno per esplodere, i casertani si sa, sono superstiziosi, e quegli 8 secondi rimasti sul cronometro sono un’ infinità.
Time Out Milano. Rimessa, riceve Finley, raddoppio di DiBo e Michelori, palla a Hall, Jones buca l’anticipo, Mike da 3….Panico! Ora le emozioni esplodono in tutta la loro forza, tutti sudati, si urla a squarciagola, le voci che escono dalle nostre gole sono quasi femminili, dato lo sforzo. Anziani reduci dello scudetto in quel Forum stesso, giovani, ragazze, ragazzi, un abbraccio collettivo, si salta, si vaga sensa cognizione di spazio e tempo nel settore Ospiti. Urti le persone, urti che si trasformano in abbracci, sconosciuti, conoscenti, amici, parenti che mi abbracciano senza un perché, ed io nemmeno lo voglio sapere, anzi, io lo so.
Si vince a Milano di un punto, dopo che l’ Armani’s Band era sicura della vittoria, un Mordente che rideva sornione al suo errore dalla lunetta come per dire “ tranquilli è finita! Abbiamo vinto”. Alla fine i ragazzi vengono sotto la curva, l’inferno canta cori di sfottò, ma il fenomeno più bello avviene in quei momenti del dopo partita. Gruppetti di tifosi casertani si alzano urlando da tutti i settori, parterre, tribuna, e cacciano le loro sciarpe bianconere, tenute nascoste fino a quel momento, vengono anche loro sotto di noi, partecipano alla festa, meritatamente, E la soddisfazione è ancora maggiore se si considera gli emigranti, quei figli di Caserta che la disoccupazione ha portato fino a Milano, in Lombardia, costretti a subire derisione e pregiudizi sui terroni. Allora domani come diceva Caressa, sarà più bello essere casertani, andare in ufficio a Milano, Roma e Torino, indossando la sciarpetta che racchiude lacrime e sudore di una fantastica nottata, e far tacere chiunque fino ad allora aveva parlato.
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