domenica 7 ottobre 2012

DOVE ERAVAMO 100 PARTITE FA?


Sono 100. Ovviamente parliamo delle panchine di coach Sacripanti in Lega A alla guida della Juve.
Lo abbiamo visto agitato, andare avanti e indietro spasmodicamente, accovacciarsi, parlottare con il fido Oldoini, la consueta discussione con gli arbitri, la cazziata a Coldebella in quel di Milano, per l'ultimo TimeOut di G-3 di Semifinale, ma l'immagine sicuramente più dolce sono i suoi pugni al cielo, quando si vince. E si è vinto tanto.
Ricordo ancora l'incipit di questa lunga storia: si era da poco conclusa la stagione memorabile della prima avventura in A dal post '98.
E per “memorabile”, l'accezione è quasi esclusivamente negativa.
C'era Shan Foster, che “non poteva aspettare per l'NBA”, Jamar Butler, alias “l'erba del vicino è sempre più verde”, per non parlare del presunto sostituto, Jenkins, che aveva più figli che punti a referto.
A fine stagione, la massima soddisfazione fu la sconfitta con la F, che avrebbe dovuto garantire la salvezza ai fratelli bolognesi, ma poi...
Era l'anno della sconfitta allo scadere di Rieti (grazie mille, Folarin Campbell...), dell'esordio a Roma che costò ad un centinaio di casertani una letterina della questura, e infine, l'ormai celeberrimo attacco del “Branco”.
Sporchi di sangue, con teschi e tibie incrociate, attaccarono l'impavido Fabvizio, che dopo aver respinto i primi attacchi dei cattivi uaglioni, dovette cedere le Termopili al nemico invasore.
Si, non è andata propriamente così, ma da quella chiamata di Frates alla Gazzetta, la storia è stata raccontata in talmente tante versioni che non sono totalmente convinto sull'originalità di quella che ho appena scritto.

basketinside.com
Ok, vi chiederete, perchè parlare di questi individui, quando il tema doveva essere la 100esima presenza di coach Pino in bianconero?
Sacripanti arrivò in uno dei momenti più neri per la Juve, e giunse tra lo scetticismo generale, e come “rimpiazzo”, dato che la tifoseria chiedeva la firma di Dell'Agnello, dopo l'ottima stagione a Livorno, per l'amarcord, e per il ricordo di un passato lontano.
Mai scelta fu più azzeccata. Sacripanti è nettamente uno dei migliori coach del campionato, ha legato il suo nome alla Juve in maniera indelebile, prima da coach, poi da GM, e ora, ormai, da primo tifoso e difensore della JuveCaserta.
Ha raccolto soddisfazioni con la pala, grazie a Jones, alle Semifinali Scudetto contro Milano, all'Europa, e ha anche dovuto ingoiare tanta, ma tanta polvere, tra mille difficoltà.
Ecco, se la miglior cosa accaduta alla Juve negli ultimi 5 anni, l'arrivo di Sacripanti, è avvenuta dopo esser stati con la merda fino alle basette, quando tutto sembrava compromesso, perchè non poter aggrapparsi a questo precedente illustre per pensare che, in fondo, “non puo' piovere per sempre”, e che magari il meglio è giusto dietro l'angolo, pronto a investirci?

Non siamo tipi da “belle parole” nelle ricorrenze importanti (altrimenti ci saremmo messi a vendere biglietti d'auguri, ndr), per questo lasceremo ai vari quotidiani e siti specializzati, l'elogio al coach canturino.
Noi, nel nostro piccolo, vorremmo che questo numero così puro e roboante, 100, fosse non solo un grande traguardo personale da decantare, ma più che altro, un messaggio di Ottimismo, per tutti.
L'Ottimismo non sarà il profumo della vita, ma è sicuramente l'arma migliore contro la sorte avversa.
E allora perchè non iniziare da subito?

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