Lo abbiamo visto agitato, andare avanti e indietro spasmodicamente, accovacciarsi, parlottare con il fido Oldoini, la consueta discussione con gli arbitri, la cazziata a Coldebella in quel di Milano, per l'ultimo TimeOut di G-3 di Semifinale, ma l'immagine sicuramente più dolce sono i suoi pugni al cielo, quando si vince. E si è vinto tanto.
Ricordo ancora
l'incipit di questa lunga storia: si era da poco conclusa la stagione
memorabile della prima avventura in A dal post '98.
E per “memorabile”, l'accezione è quasi esclusivamente negativa.
E per “memorabile”, l'accezione è quasi esclusivamente negativa.
C'era Shan Foster,
che “non poteva aspettare per l'NBA”, Jamar Butler, alias “l'erba
del vicino è sempre più verde”, per non parlare del presunto
sostituto, Jenkins, che aveva più figli che punti a referto.
A fine stagione,
la massima soddisfazione fu la sconfitta con la F, che avrebbe dovuto
garantire la salvezza ai fratelli bolognesi, ma poi...
Era l'anno della
sconfitta allo scadere di Rieti (grazie mille, Folarin Campbell...),
dell'esordio a Roma che costò ad un centinaio di casertani una
letterina della questura, e infine, l'ormai celeberrimo attacco del
“Branco”.
Sporchi di sangue, con teschi e tibie incrociate, attaccarono l'impavido Fabvizio, che dopo aver respinto i primi attacchi dei cattivi uaglioni, dovette cedere le Termopili al nemico invasore.
Sporchi di sangue, con teschi e tibie incrociate, attaccarono l'impavido Fabvizio, che dopo aver respinto i primi attacchi dei cattivi uaglioni, dovette cedere le Termopili al nemico invasore.
Si, non è andata
propriamente così, ma da quella chiamata di Frates alla Gazzetta, la
storia è stata raccontata in talmente tante versioni che non sono
totalmente convinto sull'originalità di quella che ho appena
scritto.
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basketinside.com |
Sacripanti arrivò
in uno dei momenti più neri per la Juve, e giunse tra lo scetticismo
generale, e come “rimpiazzo”, dato che la tifoseria chiedeva la
firma di Dell'Agnello, dopo l'ottima stagione a Livorno, per
l'amarcord, e per il ricordo di un passato lontano.
Mai scelta fu più
azzeccata. Sacripanti è nettamente uno dei migliori coach del
campionato, ha legato il suo nome alla Juve in maniera indelebile,
prima da coach, poi da GM, e ora, ormai, da primo tifoso e difensore
della JuveCaserta.
Ha raccolto
soddisfazioni con la pala, grazie a Jones, alle Semifinali Scudetto
contro Milano, all'Europa, e ha anche dovuto ingoiare tanta, ma tanta
polvere, tra mille difficoltà.
Ecco, se la miglior
cosa accaduta alla Juve negli ultimi 5 anni, l'arrivo di Sacripanti,
è avvenuta dopo esser stati con la merda fino alle basette, quando
tutto sembrava compromesso, perchè non poter aggrapparsi a questo
precedente illustre per pensare che, in fondo, “non puo' piovere
per sempre”, e che magari il meglio è giusto dietro l'angolo,
pronto a investirci?
Non siamo tipi da
“belle parole” nelle ricorrenze importanti (altrimenti ci saremmo
messi a vendere biglietti d'auguri, ndr), per questo lasceremo ai
vari quotidiani e siti specializzati, l'elogio al coach
canturino.
Noi, nel nostro piccolo, vorremmo che questo numero così puro e roboante, 100, fosse non solo un grande traguardo personale da decantare, ma più che altro, un messaggio di Ottimismo, per tutti.
Noi, nel nostro piccolo, vorremmo che questo numero così puro e roboante, 100, fosse non solo un grande traguardo personale da decantare, ma più che altro, un messaggio di Ottimismo, per tutti.
L'Ottimismo non
sarà il profumo della vita, ma è sicuramente l'arma migliore contro
la sorte avversa.
E allora perchè non iniziare da subito?
E allora perchè non iniziare da subito?
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