martedì 27 dicembre 2011

L'ANALISI: AVELLINO- JUVECASERTA


Prima dell'incontro statisticamente più a pronostico chiuso della stagione, non poteva arrivare iniezione di fiducia migliore della rocambolesca vittoria casalinga contro Teramo. Pazza partita di una Juve senza mezze misure nè compromessi, capace di toccare nel giro di 40' il punto più basso prima e quello più alto poi della sua stagione. Per 37' è scesa in campo una squadra remissiva, indolente e poco reattiva, lontana parente di quella fiera, battagliera e grintosa che siamo stati abituati a vedere nel corso di questo primo scorcio di stagione. Teramo, dal canto suo, aveva indubbiamente impostato la partita in maniera intelligente, adottando una tattica, quella di riempire l'area al punto anche da esporsi sul perimetro, che già diverse volte ha pagato contro i bianconeri. Bisogna aggiungere che la Tercas di coach Ramagli si è dimostrata anche chirurgica in fase offensiva, cavalcando la serata al tiro di Cerella e di Robert Fultz, più di una volta killer dei bianconeri già dai tempi della Reggiana in Legadue, che con l'ennesima tripla inchioda, a 3' dalla fine, il punteggio sul 56-70.
A questo punto, ecco consumarsi il finale che non ti aspetti: parzialone di 17-3 e partita nuovamente in equilibrio, ma con tutto il pubblico del Palamaggiò ancora una volta in partita a trascinare i suoi beniamini.
In queste condizioni, ovvero una volta usciti dalla partita mentalmente prima che con le gambe, 99 volte su 100 quella partita non la si porta a casa. Non è una legge scritta, è il gioco della pallacanestro. E infatti il finale è andato come da copione: Caserta, galvanizzata e a tratti quasi posseduta dall'atmosfera magica che si era creata, asfalta una Teramo ormai giustamente in tilt, essendosi vista recuperare una partita che, senza mezzi termini, era in ghiaccio da tempo. Gli abruzzesi hanno commesso un peccato che oggettivamente non poteva permettersi, nelle condizioni di classifica in cui si trovano, e oltre al danno della sconfitta ecco arrivata anche la beffa: un -15 a fine overtime che pesa come un macigno, anche perchè ribaltarlo, pur tra le mura amiche del PalaScapriano, sarà un'impresa. Al di là di tutto ciò, c'è da augurarsi, da parte teramana, che la debacle non lasci scorie particolarmente dannose nella testa dei giocatori, cosa che facilmente in questi casi rischia di accadere. Certe stagioni, nate sotto una cattiva stella, molto facilmente si chiudono anche peggio.
A prescindere dall'entusiasmante vittoria, ciò che maggiormente inorgoglisce è il fatto di poter contare su un gruppo di giocatori che nelle difficoltà (ricordiamolo, società economicamente in crisi, playmaker di riserva che rescinde e fa le valigie e Stipanovic nuovamente out, stavolta per la caviglia) si esaltano, piuttosto che abbattersi. Un gruppo che adesso sta anche imparando a fare a meno dei propri leader designati (la premiata ditta Andre&Andre) e a trovare risorse inaspettate, come possono essere i Righetti o i Maresca visti fino ad ora (senza dimenticare lo Stipanovic pre infortunio). Proprio l'ala nativa di Rimini, un passato tra Crabs, Roma, Avellino e Varese, una medaglia d'argento alle Olimpiadi di Atene 2004 assieme al resto della generazione d'oro dei '70, è stato capace di mettere a segno la sua migliore prestazione in carriera: 30 punti conditi da 10 rimbalzi e 40 di valutazione. Mica male per un 34enne. Rimarchevole è stata anche la prova della guardia romana ex Brindisi, con 13 punti e 3/3 dal tiro pesante, mentre Smith ha garantito il solito apporto di sostanza, qualità e concretezza: 22 punti, 7 rimbalzi e tante giocate nei momenti decisivi.
Come accennato poc'anzi, la fortuna però sembra non essere del tutto dalla parte dei casertani: Andrija Stipanovic, da poco rientrato dopo un mese di stop per iperestensione del ginocchio, è stato costretto ad un altro stop, questa volta frutto di una distorsione alla caviglia (pare senza interessamento dei legamenti), che lo terrà lontano dal rettangolo di gioco per almeno 3 settimane. Così falcidiati, la qualità degli allenamenti inevitabilmente sarebbe scesa troppo al di sotto del limite consentito, per cui coach Sacripanti, in settimana, ha firmato il playmaker ex Reggio Emilia e San Severo, Jakub Kudlacek, classe '90 e di nazionalità ceca, che esordirà proprio al PaladelMauro di Avellino, in occasione del tradizionale impegno natalizio in terra irpina.
Vista anche la situazione economica non propriamente florida (anche se, pare, sia stato raggiunto un accordo con una grosso sponsor in grado di sanare tutte le pendenze ancora in essere), Sacripanti ha preferito non impegnare altri soldi (e non spendere un altro tesseramento), conscio che la qualità del reparto lunghi potrà ovviare alla mancanza del centro croato.
Come detto, adesso il prossimo impegno settimanale vede la Juve di scena ad Avellino, su un campo che costituisce il più clamoroso dei tabù per la Pepsi. Mai vittoriosi, i bianconeri, in casa dei lupi biancoverdi. Ci sono state anche poche occasioni per giocare contro (6-2 le vittorie per la Scandone, 4-0 in casa), però il dato è un inquietante scherzo della cabala. Da 4 stagioni consecutive Caserta esce sconfitta dal PaladelMauro (a cui va ad aggiungersi anche la partita, ovviamente persa, contro la Virtus Bologna in occasione delle Final Eight di Coppa Italia che nel 2010 si disputarono proprio ad Avellino), e in tutte le occasioni c'è stato sempre un esodo biblico da parte dei tifosi casertani ad accompagnare la squadra nella trasferta più accessibile della stagione.
Anche la Sidigas approccia a questo match con la migliore condizione psicologica possibile, dopo una vittoria all'overtime contro Roma (sempre più in crisi di risultati), frutto di una reazione rabbiosa dovuta allo "scippo"( secondo gli avellinesi) subito nella partita precedente in casa contro Siena.
Vanno a braccetto, Caserta ed Avellino, sia in classifica (appaiate al quarto posto a quota 12, cullando entrambe il sogno delle Final Eight di Coppa Italia) sia come situazione societaria (ricordiamo che Avellino ha ricevuto dalla FIP una sanzione di 45000 euro più, appunto, il blocco dei tesseramenti). Anche la Sidigas ha dovuto fare i conti con delle "fughe" ( Troutman docet) e vanta, nonostante tutto, 4-5 elementi di elevato spessore e dal rendimento assicurato ( il folletto Marques Green, che a Roma ha scritto 47, leggasi quarantasette di valutazione, la guardia Taquan Dean, il centro Linton Johnson, che viaggia a vele spiegate verso la doppia doppia di media, e i due ex casertani, il playmaker di riserva Valerio Spinelli, ex bianconero nell'immediato post '98, e l'ala grande Ron Slay, titolare nell'allora Eldo neo promossa in serie A). Il resto della squadra irpina annovera nomi dal talento tutt'altro che sconfinato, ma ottimi collanti e giocatori in grado di dare tanta quantità nei minuti in cui coach Vitucci li schiera in campo: Jurica Golemac, Viktor Gaddefors, Dimitri Lauwers, Mattia Soloperto e Maurizio Ferrara.

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