sabato 3 dicembre 2011

L'ANALISI: VIRTUS ROMA- JUVECASERTA


E vittoria fu. Dopo 3 giornate di astinenza, frutto di un calendario particolarmente ostico, nelle quali aveva raccolto molto meno di quanto seminato, la Juvecaserta torna a rimpinguare il proprio bottino in classifica, ottenendo un altro prestigiosissimo scalpo, quello della corazzata Olimpia Milano. Si è parlato di Juve ammazza- grandi, della piccola Pepsi che fa la gigante contro le potenze dello stivale cestistico, esaltandosi sul campo e accendendo gli entusiasmi del pubblico che affolla le gradinate di Pezza delle Noci, ma nessun aggettivo può effettivamente sintetizzare in poche parole la magistrale prova dei bianconeri.
Da queste parti, si sa, la partita con Milano è la Classica per eccellenza, il match che rievoca i fasti di un passato, quello delle 3 finali scudetto tra anni '80 e anni '90, mai dimenticato e mai troppo rimpianto, e anche un presente non propriamente lontano, quello delle 5 entusiasmanti gare di semifinale scudetto risalenti a 2 stagioni fa. Proprio alla terza partita di quella meravigliosa serie risaliva l'ultima vittoria di Caserta su Milano, capace da gara4 fino all'anno scorso, di inanellare 4 vittorie consecutive, 2 in casa e 2 in trasferta.
Il match di domenica scorsa non è stato da meno: cornice di pubblico favolosa, coreografia spettacolare, palazzo stile polveriera e quegli 8 guerrieri recanti il vessillo casertano in grado di annichilire senza pietà, nella ripresa, l'Armani della stella NBA Danilo Gallinari ( particolarmente beccato dal pubblico, sia perchè figlio del mai amato papà Vittorio, sia perchè idolo e simbolo dei "fighetti" milanesi e infine perchè diverse centinaia di spettatori erano giunte, anche da fuori regione, principalmente perchè incuriosite dall'ala ex Knicks, quasi snobbando la squadra di casa).
Eppure anche loro si sono lasciati trasportare dal turbinio di emozioni che il magico impianto di Castel Morrone ha saputo regalare: che storia, venuti per ammirare il Gallo, e finiti per applaudire festanti gli indomiti bianconeri, in particolare il mattatore principe della serata, Andre Smith: ha sempre ripetuto "the third one is my quarter", il terzo quarto è il mio, e ne abbiamo avuto prova anche in altre occasioni in cui, partito lento, quasi avulso dalla partita nel primo tempo, ha fatto la differenza nella terza frazione di gioco, ma mai come contro Milano.
13 punti e 15 di valutazione, a fine partita ha scritto 32 punti, 13 rimbalzi e 36 di valutazione. Semplicemente mostruoso ed immarcabile per chiunque uscisse dalla panchina biancorossa (Fotsis, Gallinari, Mancinelli). Da solo è stato in grado di affossare la nave guidata da coach Scariolo, mettendo in mostra tutto il suo repertorio: chirurgico dall'arco nei momenti topici, maestro nei movimenti spalle e fronte a canestro, preciso dalla lunetta e abile nel trasformare in oro palloni apparentemente innocui (questa, forse, la sua capacità più grande). Spalla destra del lungo statunitense, l'altro Andre, il "bulgaro" Collins (15 punti, 9 assist e 24 di valutazione): poche chiacchiere, se questi due girano per il verso giusto, Caserta può dare del filo da torcere a chiunque. Positiva anche la prova di Weynmi Rose, finalmente incisivo proprio nel modo in cui Sacripanti gli chiedeva, in primis in termini di aggressività dal palleggio e di atletismo. Come non citare poi l'esperienza di Righetti, che in questa partita ha fatto tutta la differenza del mondo (enciclopedica la difesa su Gallinari), e la sfrontatezza di Marko Tusek, autore della bomba che, nel momento di trance agonistica della squadra, ha definitivamente chiuso i giochi facendo sprofondare Milano a -14.
La partita ha avuto un significato particolare, anche perchè ha rappresentato il veicolo mediatico perfetto per sottoporre alla ribalta nazionale le gravi difficoltà economiche della società bianconera (puntuale il titolone sulla pagina riservata al basket dell'edizione nazionale del Corriere dello Sport): la squadra è stata costruita con gli spiccioli, Gervasio e soci stanno svolgendo un lavoro commovente per cercare di reperire i fondi necessari per garantire l'autosufficienza economica alla Juve. Ma la situazione comunque non è delle migliori: nonostante i buonissimi numeri in termini di pubblico, il Consorzio si è rivelato un flop non riuscendo a raggiungere la doppia cifra di adesioni e allo stato attuale manca un milione per completare la stagione. Se non si riuscirà a reperire questa cifra verranno venduti due o tre giocatori( facile individuarli, essendo i pezzi più pregiati dello scacchiere casertano), e se nemmeno questo sforzo sarà sufficiente, allora non verrà portata a termine la stagione.
Queste previsioni, come è ovvio che sia, hanno gettato la tifoseria nello sconforto, la quale subito ha proiettato i propri pensieri alle lacrime e al dolore, ancora fresco in chi ci è passato di persona, provate nel fallimento del '98. Lo spettro di un altro anno zero purtroppo è concreto, ma forse, a differenza di quanto accaduto 13 anni fa, ci si è resi conto con maggiore tempestività della gravità della situazione.
Per dovere di cronaca segnaliamo l'esistenza di un'associazione di azionariato popolare, volto al raccoglimento dei fondi necessari per garantire la sopravvivenza alla Juve. L'associazione, indetta da Don Stefano Giaquinto, è chiamata "Amici della Juvecaserta" ( https://www.facebook.com/profile.php?id=100002862508623 ), e finora ha accumulato solo una piccola parte del denaro necessario. Il Comune è in dissesto, impossibile affidarsi ad aiuti politici ( e l'ultima volta che l'abbiamo fatto ci è andata male), gli imprenditori locali preferiscono guardare altrove, bisogna che chi davvero tenga alla Juve si faccia avanti e dia il proprio contributo, è di vitale importanza.
Intanto, come se non bastassero questo genere di problemi, ecco uscire allo scoperto la grana Ciorciari: l'italo argentino è palesemente l'unica nota davvero negativa di questo roster, dal punto di vista strettamente tecnico, essendosi dimostrato incapace di adempiere ai compiti che gli aveva affidato coach Sacripanti. Anche il ragazzo vive questo momento con difficoltà e, resosi conto di aver perso la fiducia del proprio allenatore, ha comunicato alla società di volersi trovare un'altra sistemazione. Non mancano ammiratori in Spagna (LEB), quindi il suo contratto (tutt'altro che leggero tra l'altro, visto che nei piani estivi Sacripanti lo considerava il titolare con alle spalle Di Bella) probabilmente verrà piazzato da quelle parti. Nomi per il sostituto se ne sono fatti: si è parlato di Giovacchini, Bolzonella e Piazza, ma nessuno di questi 3 convince del tutto, sia per richieste economiche sia dal punto di vista tecnico. Probabile che arrivi un giovane dalle serie minori in grado di reggere il campo meglio dei ragazzi del vivaio.
Nonostante quindi l'attenzione dei tifosi sia principalmente rivolta a questo genere di problematiche, la settimana sportiva prevede sabato l'impegno di campionato in terra capitolina contro la Virtus Roma di coach Lino Lardo.
Le squadre dell'allenatore ex Virtus Bologna e Rieti sono storicamente una gatta bruttissima da pelare per quelle di Sacripanti. I due coach si stimano reciprocamente, ma hanno una concezione della pallacanestro che definire opposta è eufemistico: Lardo predilige squadre da battaglia, anche con poco talento, su cui costruisce le proprie fortune mediante un'attenzione quasi esasperata verso l'aspetto difensivo. Conseguenza di questo tipo di gioco sono punteggi bassi e partite, spesso, anche brutte da vedere (motivo principale per cui nelle grandi piazze non sia mai stato apprezzato, nonostante i buoni risultati). Sacripanti, come ben sappiamo, cura molto più l'aspetto offensivo, gli piace maggiormente giocare a viso aperto e senza il cronometro in mano. Predilige squadre da corsa e anche un pò "folli", storicamente non ha mai amato i tatticismi difensivi (che nel corso degli anni, però, si è trovato costretto a sviluppare).
Lardo vs Sacripanti, quindi, è quasi una battaglia ideologica, tra due concezioni del gioco completamente opposte. Vedremo sabato chi avrà la meglio.
Come roster, Roma quest'anno annovera nomi meno eclatanti del solito: al blocco di giocatori confermati della passata stagione ( gli slavi Gordic, Dedovic, Dasic, che affiancano gli azzurri, romani di adozione, Datome, Crosariol e Tonolli) sono andati aggiungendosi il playmaker con passaporto italiano ex Montegranaro Tony Maestranzi (che per infortunio salterà la sfida contro Caserta), la guardia ex Real Madrid e capocannoniere del campionato di serie A con Teramo 4 stagioni fa, Clay Tucker, il centro sloveno classe '83 Uros Slokar e la guardia della Nazionale di Pianigiani ex Olimpia Milano e Benetton Treviso Marco Mordente.
Roma ha sempre mancato di consistenza, mai di talento: quest'anno, con l'arrivo di Lardo e con la riduzione del budget, sembra essere accaduto il contrario. I fatti stanno dando ragione all'allenatore, visto che la sua Virtus si trova, assieme a Caserta, ad appena 4 punti dalla vetta (anche se con una partita in più, non avendo ancora riposato).

Nessun commento:

Posta un commento