sabato 21 gennaio 2012

L'ANALISI: BENETTON TREVISO- JUVECASERTA

Giunti al giro di boa, in casa Juve si iniziano già a tirare le prime, parziali, somme. Il girone di andata è stato chiuso con 7 vittorie e 9 sconfitte, un bilancio di tutto rispetto e assolutamente in linea con l'obiettivo prefissato ad inizio stagione, ovvero la salvezza.

Rimane, tuttavia, il rammarico per non aver potuto affrontare gli ultimi due mesi in condizioni fisiche sufficientemente valide da poter ovviare agli innumerevoli impegni che il calendario poneva di fronte alla compagine casertana. Se la Dea Bendata fosse stata più benevola in termini di infortuni, probabilmente la Juve vanterebbe almeno altre 2 vittorie, che purtroppo non sono arrivate per manifesti ed evidenti limiti di tenuta fisica (pensiamo alla partita di Venezia, giocata in 6 + Marzaioli e Cefarelli, pensiamo a quella di Varese e di Cremona, giocate in condizioni di simile emergenza). 
Insomma, considerando anche i numerosi cambiamenti di roster in corso d'opera, il recupero mai completato di alcuni infortunati, lo stop forzato di altri, lo sforzo enorme profuso nella prima parte di stagione da parte dei 3-4 che non hanno patito nulla in termini di infortuni assume proporzioni enormi. Di qui facilmente si deduce il calo fisico, accompagnato dalla costante presenza di acciacchi vari, subito dai casertani nella seconda parte di questo girone di andata.
Nonostante ciò e nonostante l'ultima inopinata sconfitta in terra sarda contro la Dinamo di coach Sacchetti (ormai bestia nerissima dei casertani, quasi al pari di Avellino) l'undicesima piazza a 6 punti (virtualmente 8, con lo scontro diretto a favore) dal fanalino di coda Casale Monferrato, fa dormire comunque sonni tranquilli a coach Sacripanti, che prima della classifica, giustamente, preferisce aspettare che finalmente l'infermeria si svuoti del tutto, per poter ricominciare gli allenamenti con un grado di intensità idoneo. 

Si è accennato alla partita di domenica contro Sassari. Partita è una parola grossa, Caserta non è scesa in campo, appariva scarica mentalmente prima che fisicamente (forse anche il lungo viaggio non ha giovato) e in pratica non ha giocato. L'atteggiamento ha destato diversi malumori tra i tifosi, che a lungo hanno provato ad interrogarsi sul motivo di un calo così vertiginoso. C'è chi ha provato a giustificarla con l'always green de "i giocatori non vengono pagati", altri, nello spiegarsi il perchè della prova scialba di Charlie Bell (di cui da quando è arrivato si monitora ogni singolo spostamento, anche a causa della passione che la guardia americana ha nei confronti di quello strumento infernale che risponde al nome di Twitter) hanno pensato a problemi di ambientamento, di motivazioni che mancano e anche in questo caso di soldi che non arrivano. Insomma, il solito tram tram di voci incontrollate frutto di una piazza passionale, calorosa e competente, ma che troppo spesso cede alle lusinghe dell'inciucio. 
Ricordiamo che questa è la prima vera "imbarcata" presa dai bianconeri quest'anno, ed è arrivata a metà campionato. Ricordiamo che la squadra che ci ha dato 20 punti domenica è la stessa che quest'anno in trasferta ha esposto sistematicamente i propri tifosi al seguito a figuracce di questo genere (che poi in casa conceda punti solo a Siena, Cantù e Milano è un altro discorso). Ricordiamo che nella nostra annata da neopromossa, passata agli archivi come 2008/09, a cavallo tra fine girone di andata ed inizio girone di ritorno, abbiamo subito 4 sconfitte di fila in cui abbiamo raccolto qualcosa come 90 punti di scarto circa (-27 ad Avellino, -5 in casa contro Roma, -28 a Cantù e un bel trentello a Milano), eppure all'epoca l'imbarcata era digerita (magari mal digerita, ma pur sempre digerita).
In questi mesi si sono incontrate evidenti difficoltà, che avrebbero atterrato parecchie squadre della Lega, anche squadre che ci precedono in classifica, eppure il cuore di questi giocatori è arrivato anche dove la logica impediva finanche di poter solo pensare di arrivare.
Adesso bisogna stringersi alla squadra, aiutarla a passare indenne il momento di difficoltà e aspettare fiduciosi l'espressione definitiva del potenziale a disposizione di coach Sacripanti (che non sarà magari quello degli anni precedenti, ma nemmeno è quello che si è visto nelle ultime giornate di assoluta emergenza). Questa squadra è fatta di giocatori emotivi, che sentono il fattore campo e ne sono tremendamente influenzati: con il pubblico dalla loro, a sostenerli e ad incitarli, hanno dimostrato di poter battere chiunque dovunque.
Adesso il calendario ci pone di fronte ad un altro mini-ciclo piuttosto impegnativo, che ci vede di scena a Treviso, poi riposare e infine in casa contro Siena. Insomma, bisogna provare a strappare i due punti al PalaVerde di Villorba, altrimenti si rischia di ritrovarci a 14 punti dopo 3 giornate dall'inizio del girone di ritorno (e presumibilmente ai margini della zona rossa della classifica). 
Come detto dunque, la prossima avversaria sarà la Benetton Treviso di coach Sasha Djordjevic, ovvero la prima delle diverse vittime illustri che caddero sotto i colpi del veemente quanto inaspettato sprint iniziale casertano. Proprio l'allenatore serbo, dalle dichiarazioni di rito antecedenti alla partita, ha lasciato intendere che sia lui che la squadra hanno mal digerito quella sconfitta nelle ultime battute del match e infatti intendono "riprendersi" i due punti lasciati per strada a Pezza delle Noci.
La Benetton (che ricordiamolo è a pari punti con la Juve) che troveremo sarà una squadra completamente diversa rispetto a quella affrontata all'andata. Infatti Motiejunas, Gentile, Moore, Adrien e Scalabrine (praticamente 4/5 del quintetto base di allora) hanno lasciato la compagine biancoverde per diversi motivi: Gentile in quanto ceduto all'Olimpia Milano, gli altri in quanto rientranti dalla fine del lock out NBA. I sostituti corrispondono a nomi già conosciuti nell'ambiente cestistico italiano quali il centro Benjamin Ortner, che sta rivivendo una seconda giovinezza Treviso dopo essere rimasto ai margini delle rotazioni di coach Trinchieri a Cantù, Jeff Viggiano, da Milano, che rientrava nel discorso della cessione di Gentile Jr all'Olimpia, Jobey Thomas, guardia tiratrice ex Varese e Montegranaro, free agent quest'anno a causa dei costanti problemi fisici che lo martellano da sempre (e che hanno tarpato le ali ad una carriera che poteva essere ben più luminosa) e infine il cavallo di ritorno per eccellenza, quel Marcus Goree che tanto bene fece nell'ultima Treviso tricolore del 2006 assieme ad altri nomi che di lì a poco avrebbero scritto pagine importanti del basket italiano ed europeo come Erazem Lorbek, Terrel Lyday, Nikos Zisis, Teo Soragna e Preston Shumpert.

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