Checché se ne dica, esistono ventelli e ventelli. Ci sono quelli di Milano, Biella e Roma (che più ventello è stato un trentello..) e quelli di Siena o contro Sassari dell'anno scorso. Per carità, rispetto alla classifica il risultato finale sono sempre 0 punti e un'ulteriore passività nella differenza canestri complessiva, ma gli strascichi che lasciano, nell'ambiente e nelle menti dei giocatori, sono completamente diversi, non dico come quelli tra vittoria e sconfitta perché sarebbe folle, ma quasi. Purtroppo quando si scende in campo con la consapevolezza di essere nettamente inferiore all'avversaria (per tutti i motivi di cui siamo già a conoscenza) e che la partita la puoi vincere solo se la Bologna di turno te la offre sul piatto d'argento (inutile nascondercelo: avessero affrontato la gara con un livello di concentrazione accettabile e non in modalità "picnic a Pezza delle Noci" non avrebbero avuto problemi a portare sotto le Due Torri la vittoria), l'unica cosa che chi scende in campo è obbligato a fare è dare tutto quello che ha per rispetto dei colori che indossa e dei tifosi che, con sacrifici, hanno seguito la squadra, senza guardare il tabellone fino al suono della sirena finale.
A Siena abbiamo retto egregiamente fino al 25', poi è venuta fuori la panchina più lunga dei toscani, questi ultimi hanno dato un piccolo colpetto di acceleratore soprattutto nell'intensità difensiva e la partita è stata chiusa. Nulla da recriminare, si è salvato il salvabile: l'onore. Magra consolazione per molti, ma per le condizioni in cui ci presentiamo e ci presenteremo in campo (si pensa spera per poco tempo ancora, salvo dietro-front della società), questo sarà l'unico obiettivo realmente abbordabile, salvo pochissime partite. Il che, ripeto, non significa rassegnarsi aprioristicamente alla sconfitta, significa solo che siamo obbligati a giocare con cuore, testa e palle, e che tutto ciò che ne deriverà sarà di guadagnato (comprese eventuali vittorie).
In tal senso trovo emblematica una scena avvenuta nell'immediato post gara del PalaEstra, con Maresca che, abbastanza sconsolato, alza le spalle e le mani verso l'alto quasi a dire "ci possiamo provare e ci proveremo, ma noi più di tanto, ora come ora, non riusciamo a fare", concetto poi esplicitato a parole nelle interviste del post gara ("siamo pochi, c'è bisogno almeno di un altro giocatore nelle rotazioni", facendo eco a quanto affermato da Sacripanti nei giorni precendenti).
E come dare torto al Capitano? purtroppo è la nuda e cruda verità. Urge, serve come l'aria almeno un altro giocatore nelle rotazioni, possibilmente un play-guardia che risolva i due grandi problemi, anzi drammi, di questa squadra: palle perse e talento offensivo (20 perse e 65 punti di media a partita sono dati terrificanti).
A ridosso del week-end è circolata la voce di Erving Walker, titolare inamovibile dei Florida Gators assieme a gente come Alex Tyus (ora in forza a Cantù) e sopratutto Bradley Beal, scelto alla 3 dai Washington Wizards nel draft 2012. Ha iniziato la stagione con la Prima Veroli di coach Marcelletti dopo essere stato annunciato (giustamente) come un potenziale crack per la Legadue, tuttavia, per un motivo o per un altro, ha disatteso le aspettative (fino ad un certo punto: 15 punti di media col 42.5% da tre) e, soprattutto, pare non vada particolarmente d'accordo con l'esuberanza del vulcanico Professore. Per inciso: se la voce fosse vera meglio lui che qualche Cantrell andato a prendere chissà dove. Una cosa è certa: non si prenderà nessuno impegnato nelle leghe minori americane (onde evitare di sborsare 50mila euro per liberare il giocatore), ma possibilmente qualcuno che è già stato tesserato da club italiani (allo scopo di non pagare i 12mila euro relativi al tesseramento). In quest'ottica, Walker potrebbe essere uno dei papabili.
E come dare torto al Capitano? purtroppo è la nuda e cruda verità. Urge, serve come l'aria almeno un altro giocatore nelle rotazioni, possibilmente un play-guardia che risolva i due grandi problemi, anzi drammi, di questa squadra: palle perse e talento offensivo (20 perse e 65 punti di media a partita sono dati terrificanti).
A ridosso del week-end è circolata la voce di Erving Walker, titolare inamovibile dei Florida Gators assieme a gente come Alex Tyus (ora in forza a Cantù) e sopratutto Bradley Beal, scelto alla 3 dai Washington Wizards nel draft 2012. Ha iniziato la stagione con la Prima Veroli di coach Marcelletti dopo essere stato annunciato (giustamente) come un potenziale crack per la Legadue, tuttavia, per un motivo o per un altro, ha disatteso le aspettative (fino ad un certo punto: 15 punti di media col 42.5% da tre) e, soprattutto, pare non vada particolarmente d'accordo con l'esuberanza del vulcanico Professore. Per inciso: se la voce fosse vera meglio lui che qualche Cantrell andato a prendere chissà dove. Una cosa è certa: non si prenderà nessuno impegnato nelle leghe minori americane (onde evitare di sborsare 50mila euro per liberare il giocatore), ma possibilmente qualcuno che è già stato tesserato da club italiani (allo scopo di non pagare i 12mila euro relativi al tesseramento). In quest'ottica, Walker potrebbe essere uno dei papabili.
L'AVVERSARIO: VL Pesaro.
Se Atene piange, Sparta non ride. Andiamo nella tana di una squadra che, possibilmente, se la passa peggio rispetto a noi, e senza attenuanti valide. Ultima in classifica a pari punti con Cremona, Biella, Montegranaro e Avellino, reduce da 5 sconfitte consecutive (nonostante due vittorie nelle prima tre partite che lasciavano intendere un campionato diverso), Pesaro è obbligata a non lasciare altri punti per strada. Sarà, dunque, un match drammatico tra due squadre che, per un motivo o per un altro, non se la passano bene e hanno il comune obiettivo della salvezza. La Scavolini è una squadra che non segna molto (71.4 punti di media), che perde parecchi palloni (18.5 a partita) ed è solida a rimbalzo (34.4), pertanto, dal punto di vista statistico, sarà un gara abbastanza speculare tra due squadre che hanno simili punti di forza e debolezze.
IL ROSTER.
CLEMENTE-HAMILTON-BARBOUR-MACK-CROSARIOL
TRAINI-CAVALIERO-FLAMINI-BRYAN + AMICI
Ai primi di novembre è stato rilasciato Valerio Amoroso per motivi disciplinari. Nello frattempo, durante la partita di Pesaro, Andrea Traini ha subito un grave infortunio che lo terrà lontano dal campo per almeno 5 mesi. Trovatasi, pertanto, nel giro di pochi giorni in una situazione di emergenza, la Vuelle ha inserito nel proprio roster il playmaker americano in uscita da Napoli Denis Clemente, che finora però ha racimolato numeri disastrosi (18% da 2, 30% da tre e 33.3% ai liberi, con 5 punti e 2.4 perse in 24' di media). Non dubitiamo, quindi, che contro di noi avverrà la più classica delle resurrezioni (la storia insegna: se sei un giocatore in crisi affrontare la Juve è la migliore delle medicine).
E a Pesaro di giocatori in crisi ce ne sono diversi: Reggie Hamilton in primis. Guardia classe '89, fisicamente massiccia ed esplosiva, in estate se ne era parlato come di un giocatore che avrebbe potuto fare molto bene e per questo coach Ticchi lo aveva investito dei panni di go-to-guy della squadra. Fino ad oggi però si è visto poco del Reggie Hamilton conosciuto a Oakland University (26.2 punti di media in Division I): 8.3 punti a partita, conditi dal 20% dall'arco e da 2.3 perse in 23'.
Meglio invece le due ali titolari del quintetto: Antwain Barbour e Lamont Mack.
Il primo, classe '82 ex Kentucky Wildcats con un passato tra Tenerife, Erdemirspor e Cibona Zagabria è stato cercato in estate anche dalla Virtus Bologna di coach Finelli, che gli ha preferito poi Ricky Minard (di recente allontanato dalla squadra per decisione del patron Sabatini). Da molti individuato come l'erede designato di James White, paragone forse un pò azzardato, visto che il giocatore ha dimostrato di avere buone potenzialità ma soprattutto enorme discontinuità di rendimento, tratto che contraddistingue un pò tutta la squadra ad onor del vero, che lo costringe ad alternare prestazioni positive ad altre mediocri.
Mack invece è un "4" che, però, in quintetti oversized può tranquillamente giocare anche da "3". Giocatore fisico ed esplosivo dal punto di vista atletico, l'ex Aek Atene e Lukoil Sofia è dotato anche di un pericoloso tiro dai 6.75 (40% in stagione). A battagliare sotto le plance troviamo l'ex Roma, Treviso e Avellino Andrea Crosariol, che fa parte del blocco tricolore che ha dato le maggiori soddisfazioni finora al pubblico biancorosso. Il "Crosa" sta probabilmente giocando la sua miglior stagione, riuscendo finalmente a dimostrare, grazie ad un buon minutaggio (23'), di poter dominare sotto i tabelloni per struttura fisica, wingspan (lunghezza di braccia) ed atletismo.
E a Pesaro di giocatori in crisi ce ne sono diversi: Reggie Hamilton in primis. Guardia classe '89, fisicamente massiccia ed esplosiva, in estate se ne era parlato come di un giocatore che avrebbe potuto fare molto bene e per questo coach Ticchi lo aveva investito dei panni di go-to-guy della squadra. Fino ad oggi però si è visto poco del Reggie Hamilton conosciuto a Oakland University (26.2 punti di media in Division I): 8.3 punti a partita, conditi dal 20% dall'arco e da 2.3 perse in 23'.
Meglio invece le due ali titolari del quintetto: Antwain Barbour e Lamont Mack.
Il primo, classe '82 ex Kentucky Wildcats con un passato tra Tenerife, Erdemirspor e Cibona Zagabria è stato cercato in estate anche dalla Virtus Bologna di coach Finelli, che gli ha preferito poi Ricky Minard (di recente allontanato dalla squadra per decisione del patron Sabatini). Da molti individuato come l'erede designato di James White, paragone forse un pò azzardato, visto che il giocatore ha dimostrato di avere buone potenzialità ma soprattutto enorme discontinuità di rendimento, tratto che contraddistingue un pò tutta la squadra ad onor del vero, che lo costringe ad alternare prestazioni positive ad altre mediocri.
Mack invece è un "4" che, però, in quintetti oversized può tranquillamente giocare anche da "3". Giocatore fisico ed esplosivo dal punto di vista atletico, l'ex Aek Atene e Lukoil Sofia è dotato anche di un pericoloso tiro dai 6.75 (40% in stagione). A battagliare sotto le plance troviamo l'ex Roma, Treviso e Avellino Andrea Crosariol, che fa parte del blocco tricolore che ha dato le maggiori soddisfazioni finora al pubblico biancorosso. Il "Crosa" sta probabilmente giocando la sua miglior stagione, riuscendo finalmente a dimostrare, grazie ad un buon minutaggio (23'), di poter dominare sotto i tabelloni per struttura fisica, wingspan (lunghezza di braccia) ed atletismo.
Dalla panchina si alza, o meglio, si sarebbe dovuto alzare Andrea Traini, playmaker classe '91 (uno dei punti fermi dell'U20 di Sacripanti), come detto gravemente infortunatosi nella partita di Pesaro. Oltre a lui, la panca è composta esclusivamente da giocatori italiani (Cavaliero, Amici e Flamini) o col passaporto italiano (Sylvere Bryan). Cavaliero lo diamo in panchina giusto perchè non parte in quintetto, ma il minutaggio (31.6' di media) è quello di un titolarissimo. L'ex Montegranaro, alla stregua di Crosariol, sta vivendo la sua migliore annata (comprensiva della positivissima estate in azzurro agli ordini di coach Pianigiani): 11.3 punti, 4 rimbazi, 3.3 assist e 13 di valutazione a partita col 35% da 3.
LA CHIAVE:
Pesaro si è dimostrata squadra estremamente ondivaga nel rendimento, anche nell'arco stessa partita. Più volte ha subito parziali, spesso decisivi, causa di black out tanto dolorosi quanto inaspettati. Ciò è sintomo, pertanto, di un equilibrio mentale piuttosto fragile, quindi sarà necessario ovviamente rimanere in partita per tutti i 40' (inoltre non è escluso che potremo anche condurla, vista la caratura dell'avversario) per poi provare a portarla a casa negli ultimi minuti.
Al solito, bisognerà limitare al minimo palle perse e punti facili agli avversari giocando una partita al nostro ritmo, quindi a basso numero di possessi (cosa che non necessariamente sarà vista negativamente da coach Ticchi).
Al solito, bisognerà limitare al minimo palle perse e punti facili agli avversari giocando una partita al nostro ritmo, quindi a basso numero di possessi (cosa che non necessariamente sarà vista negativamente da coach Ticchi).
La Scavo, a dispetto della classifica, ha una squadra molto fisica sopratutto sotto le plance, quindi sarà importante non subire eccessivamente l'impatto dei loro atleti (in tal senso, l'utilizzo della zona per intasare il pitturato potrà essere un alleato da non disdegnare) : sarà un cruciale banco di prova per il nostro pacchetto lunghi, Akindele in primis, chiamato a rispondere presente dopo le ultime scialbe prestazioni, ma anche per i pochi esterni con cui dovremo scendere in campo. Oltre al solito lavoro offensivo, Mordente & company si ritroveranno di fronte probabilmente giocatori di stazza superiore, per cui le "fatiche" difensive non saranno delle più agevoli.
PRONOSTICO:
Pesaro-Caserta 55%-45%.
Ma solo perchè si gioca all'Adriatic Arena e per le rotazioni più lunghe dei marchigiani. Ma ce la giochiamo.
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