Povero Pino. Settimane passate a far da pompiere spegnendo le fiamme dell'entusiasmo ritrovato da una piazza che, innamorata com'è della propria Juve, davvero non ce la fa a non sognare ad occhi aperti, settimane passate a predicare calma, giudizio e maturità perchè comunque prima di tutto bisognava difenderlA in campo e fuori, settimane passate ad inculcare il concetto del "vivere alla giornata" nei propri giocatori senza porsi obiettivi che andassero oltre il prossimo avversario da affrontare, senza (apparente) progettualità, senza calcoli, cogliendo il meglio da ogni occasione presente e guardandosi alle spalle solo a "viaggio" ultimato. Ecco, settimane passate a manipolare la psiche di un gruppo e l'esuberanza di una tifoseria che se lasciata a briglie sciolte senza la guida del proprio cocchiere rischiava di diventare un boomerang (e occasionalmente anche ad allenare, ruolo che dicono essere suo di professione, ma negli ultimi 2 anni gli abbiamo visto fare talmente tante di quelle cose che non ne siamo sicuri manco noi) e poi, alla vigilia della partita di Reggio Emilia, valevole per un posto alle Final Eight di Coppa Italia di Milano (7-10 febbraio), il vicepresidente gli fa lo scherzo che non si aspetta: "A Reggio per vincere, senza se e senza ma, vogliamo le Final Eight"parola di Raffaele Iavazzi (qui la dichiarazione completa), il tutto confermato e sottoscritto dalla promessa di un premio in denaro ad ogni giocatore in caso di qualificazione (perchè con le due nuove sponsorizzazioni arrivate in settimana possiamo permetterci di fare, finalmente anche noi, un pò gli "squarcioni") e tanti affettuosi saluti alla strategia del "fly down" di coach Sacripanti.
Bisogna ammetterlo: una vigilia così importante non la si viveva da tempo alle nostre latitudini. In campionato correva la stagione 2009/10 (si, quella là..), anche se lì le vertigini si sentivano un bel pò in più, mentre in ordine cronologico l'ultima partita forse è stato il quarto di finale di Eurocup contro l'Unics poi facile vincitore della competizione (si, siamo stati quelli che li hanno messi più in difficoltà). E al di là di tutto, al di là del risultato, mai come stavolta davvero sarà un successo. Perchè dopo almeno 2 anni il tifoso casertano è finalmente tornato a sentire quell'adrenalina per la partita e quell'ansia che inizia già durante la settimana, insomma, finalmente la Juve è tornata a far parlare di sé e, considerando il modo con cui lo sta facendo (ovviamente eroico, commovente e grintoso ma soprattutto patriottico per la forte connotazione tricolore, e questo, non nascondiamocelo, è la cosa che piace di più) l'interesse non rimane marginalmente alla realtà locale ma oltrepassa anche i confini di Terra di Lavoro (tra Sacripanti, Mordente e Gervasio non si contano le interviste rilasciate a testate giornalistiche nazionali). Fossimo negli USA, qualcuno già ne avrebbe fatto uno spot pubblicitario: Caserta come modello, la Juve vincente che scava il solco entro il quale, si spera, sempre più squadre in futuro daranno fiducia ai talenti made in Italy.
E tutto ciò, in considerazione anche delle due sponsorizzazioni arrivate in settimane (che, a quanto pare, non saranno le ultime), è ovvio che trascende l'esito dello scontro del PalaBigi. Caserta ha già vinto: 10 punti da Pesaro fanalino di coda valgono un'ipoteca sulla salvezza, le firme di Co.Fi.Ba. e Gimam srl allontanano gli spettri di una smobilitazione a stagione in corso e il brulicante interesse mediatico attorno alla realtà bianconera, potenzialmente decisivo per avvicinare altre aziende alla Juve, valgono molto, molto di più di una qualificazione alla fase finale della Coppa Italia.
Ciò detto, ce la meritiamo e sarebbe il coronamento migliore della stagione sinora disputata da questa squadra, proviamo a prendercela.
Nessun commento:
Posta un commento