Quando la scorsa estate Carleton Scott firmò un biennale con Caserta, le reazioni furono (giustamente) tiepide.
Doveva partire dalla panca e proveniva dalla D-League, prima ancora esperienze in Austria e Spagna, dove fu tagliato dopo 6 partite anche a causa di un infortunio. E a dirla tutta, allora il video più cliccato dai casertani su youtube non fu un mix dei suoi highlights, ma quello in cui Chris Roberts (firmato qualche tempo prima) gli schiaccia prepotentemente in testa. Insomma, poteva andare meglio.
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Old School Nerd |
Carleton si è evoluto nel corso della stagione da semplice gregario che "deve svolgere il compitino" a giocatore chiave della squadra, quello che parte dalla panca e ti gira la partita (ruolo che ha portato più di una critica a Molin per delle soste in panchina forse più lunghe del necessario).
Ciò è dovuto in gran parte alla sua grande versatilità, qualità divenuta ormai fondamentale per un'ala che gioca a basket nel nuovo millennio: buon tiro, mezzi atletici pazzeschi, grande attitudine alla difesa.
La parte pulita del suo gioco Scott la esprime chiaramente nella fase offensiva. Tra i giocatori del roster dell'ultimo anno è sicuramente il più elegante (passatemi il termine...) e quello con la miglior meccanica di tiro, stilisticamente corretta e bella da vedere: i risultati sono buonissimi da 2 (59.8 %), molto meno da 3 (27.2 %).
Il tiro dalla media è una delle sue armi preferite (chiedete a quelli che si trovavano a Siena il giorno di S.Stefano...), ed è interessante notare come la maggior parte delle volte in cui lo utilizza, si lanci poi a rimbalzo d'attacco seguendo la traiettoria del pallone, cosa che si vede sui campi da basket odierni abbastanza raramente.
Per quanto riguarda le triple, la sensazione è che Carleton abbia ampi margini di miglioramento, come dimostrato in più di un occasione (una su tutte il 4/6 dall'arco nella disfatta di Pistoia all'ultima giornata). Insomma, la tecnica di tiro c'è ed è molto buona, staremo a vedere se con il maggior impiego che si prospetta per l'anno prossimo si vedranno anche migliori risultati.
IL BRUTTO
Intangibles [in·tan·gi·bles]
(adj)
1. Not tangible; incapable of being perceived by the sense of touch, as incorporeal or immaterial things; impalpable.
2. In Basketball: statistics other than points per game; Tangible stats like rebounds, blocks, steals, etc.
“Ben Wallace is a phenomenal player because of his intangibles.” – Bill Walton
Ecco, l'amico dizionario (ovviamente inglese, se cercate Intangibili in quello italiano è difficile che vi troviate qualcosa sul basket) ha detto praticamente tutto.
L'apporto che da Scott alla squadra in termini di lavoro sporco, soprattutto grazie allo strabordante atletismo, non è nemmeno quantificabile: l'ottima difesa sulla palla, i rimbalzi presi al 3° piano con una sola mano (Jumaine approved) e il gran tempismo per le stoppate (primo stoppatore della squadra con 0.6 a partita) fanno di Carleton il prototipo del glue-guy (poca appariscenza, tantissima sostanza: uno così quest'anno è stato pure MVP delle Finals NBA).
IL CATTIVO
Quando il tuo lavoro è entrare in campo a partita in corso, e dare immediatamente un apporto positivo, non puoi permetterti di farti trovare impreparato.
Scott lo sa bene: grazie alla grande intensità che mette sempre (SEMPRE) in campo, l'ala della Florida ha conquistato il pubblico bianconero partita dopo partita (che poi si sa, al Palamaggiò uno che sputa sangue sul parquet viene osannato alla pari di uno che segna 30 punti tutte le sere).
In ogni sua schiacciata, stoppata o rimbalzo si percepisce sempre quel senso di aggressività unito ad un pizzico di cattiveria agonistica che, detto sinceramente, a noi di JCR ci fa gasare malamente (se a voi non fa lo stesso effetto non vi vogliamo nemmeno conoscere (cit.)).
A dimostrare tale intensità, oltre alla varie statistiche positive, c'è anche il numero di falli commesi in partita (2.2 di media), che rapportato ai minuti giocati (16.3) risulta abbastanza elevato, senza considerare qualche tecnico preso qua e là.
Ma è tutto compreso nel pacchetto, e a noi va benissimo così.
Carleton Scott giocherà a Caserta anche l'anno prossimo, quasi sicuramente abbandonando il ruolo di 6° uomo e iniziando le partite nello spot di ala grande titolare. Aumenterà il suo minutaggio, aumenteranno le sue responsabilità sia offensive che difensive, e staremo a vedere se aumenterà anche il suo rendimento.
Qui ne siamo certi, a' front ce Scott.
Foto: Adi Vastano
Per quanto riguarda le triple, la sensazione è che Carleton abbia ampi margini di miglioramento, come dimostrato in più di un occasione (una su tutte il 4/6 dall'arco nella disfatta di Pistoia all'ultima giornata). Insomma, la tecnica di tiro c'è ed è molto buona, staremo a vedere se con il maggior impiego che si prospetta per l'anno prossimo si vedranno anche migliori risultati.
IL BRUTTO
Intangibles [in·tan·gi·bles]
(adj)
1. Not tangible; incapable of being perceived by the sense of touch, as incorporeal or immaterial things; impalpable.
2. In Basketball: statistics other than points per game; Tangible stats like rebounds, blocks, steals, etc.
“Ben Wallace is a phenomenal player because of his intangibles.” – Bill Walton
Ecco, l'amico dizionario (ovviamente inglese, se cercate Intangibili in quello italiano è difficile che vi troviate qualcosa sul basket) ha detto praticamente tutto.
L'apporto che da Scott alla squadra in termini di lavoro sporco, soprattutto grazie allo strabordante atletismo, non è nemmeno quantificabile: l'ottima difesa sulla palla, i rimbalzi presi al 3° piano con una sola mano (Jumaine approved) e il gran tempismo per le stoppate (primo stoppatore della squadra con 0.6 a partita) fanno di Carleton il prototipo del glue-guy (poca appariscenza, tantissima sostanza: uno così quest'anno è stato pure MVP delle Finals NBA).
Quando il tuo lavoro è entrare in campo a partita in corso, e dare immediatamente un apporto positivo, non puoi permetterti di farti trovare impreparato.
Scott lo sa bene: grazie alla grande intensità che mette sempre (SEMPRE) in campo, l'ala della Florida ha conquistato il pubblico bianconero partita dopo partita (che poi si sa, al Palamaggiò uno che sputa sangue sul parquet viene osannato alla pari di uno che segna 30 punti tutte le sere).
In ogni sua schiacciata, stoppata o rimbalzo si percepisce sempre quel senso di aggressività unito ad un pizzico di cattiveria agonistica che, detto sinceramente, a noi di JCR ci fa gasare malamente (se a voi non fa lo stesso effetto non vi vogliamo nemmeno conoscere (cit.)).
A dimostrare tale intensità, oltre alla varie statistiche positive, c'è anche il numero di falli commesi in partita (2.2 di media), che rapportato ai minuti giocati (16.3) risulta abbastanza elevato, senza considerare qualche tecnico preso qua e là.
Ma è tutto compreso nel pacchetto, e a noi va benissimo così.
Carleton Scott giocherà a Caserta anche l'anno prossimo, quasi sicuramente abbandonando il ruolo di 6° uomo e iniziando le partite nello spot di ala grande titolare. Aumenterà il suo minutaggio, aumenteranno le sue responsabilità sia offensive che difensive, e staremo a vedere se aumenterà anche il suo rendimento.
Qui ne siamo certi, a' front ce Scott.
Foto: Adi Vastano
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