Vagando per l'internet in cerca di informazioni sul nuovo centro della JC, Richard Howell, mi sono imbattuto nel sito del Dime Magazine. Scrivendo come parola chiave Howell nel motore di ricerca sono uscite fuori un paio di cose interessanti: un
articolo in cui era inserito nei top10 undrafted players del 2013, una
sua intervista della scorsa estate, ed un banner lampeggiante in cui
c'era scritto che ero il milionesimo visitatore del sito e avevo vinto
una 500 (che culo!).
Comunque, quello che ci interessa è stato tradotto e riportato di seguito, accompagnato da qualche commento personale di cui chiaramente nessuno sentiva il bisogno.
Comunque, quello che ci interessa è stato tradotto e riportato di seguito, accompagnato da qualche commento personale di cui chiaramente nessuno sentiva il bisogno.
10 GIOCATORI NON SCELTI AL DRAFT CHE DOVRESTE TENER D'OCCHIO IL PROSSIMO ANNO
#5 Richard Howell - North Carolina State
Howell è stato l'unico giocatore inserito nella prima squadra All-ACC a non essere scelto al draft. Le maggiori preoccupazioni riguardano il suo atletismo, e come questo si possa adattare al piano di sopra (NBA). È paragonabile a Zach Randolph per la sua capacità di fare a sportellate e giocare sotto il ferro, ma manca di capacità difensiva per proteggere il ferro giocando da centro.
Nulla di nuovo, un centro di 203 cm, seppur di grossa stazza, in NBA difficilmente trova posto (in Europa, e soprattutto in Italia, ci sta eccome). Comunque il paragone (si ok, sicuramente esagerato) con quel ciccione di Zaccaria Randolph, idolo delle folle e, come abbiamo già detto qui, professorone di gioco in post, fa capire che gli amanti delle mazzate nel pitturato quest'anno si divertiranno al PalaMaggiò.
[...] Richard Howell non crea troppo hype intorno a se. Non ne ha bisogno, il suo atteggiamento, come il suo gioco, è sobrio e senza fronzoli.
Nonostante ciò, ha attirato l'attenzione di coach Mike Krzyzewski più volte in questa stagione. Nella vittoria di Gennaio per 84-76 dei suoi Wolfpack contro i Blue Devils, Howell ha fatto registrare 16 punti e 18 rimbalzi. A ciò ha fatto seguire, a Febbraio, 23 punti (11/18 al tiro) nella sconfitta al Cameron Indoor Stadium.
In quella partita Howell ha mostrato un buon gioco anche dalla media distanza nel matchup contro Mason Plumlee. Richard ha guidato la classifica rimbalzisti della ACC la scorsa stagione con 10.9 a partita (Plumlee era secondo con 10).
Howell potrebbe diventare uno dei migliori prospetti passati sottotraccia al draft. Il suo approccio sempre di basso profilo e mirato più al bene della squadra che al tabellino personale ed i suoi istinti a rimbalzo sono sempre utili in una squadra NBA. Ha fatto workout con gli Utah Jazz, i Detroit Pistons, i Portland Trailblazers, i Chicago Bulls, i Boston Celtics e i San Antonio Spurs. L'intervista che segue è stata realizzata mentre era a Los Angeles per mostrare le sue abilità allo staff dei Lakers.
Howell viene descritto come uno a cui piacciono i fatti più che le parole (non c'ha manco Twitter, jamm come si fa?), descrizione che ricorda molto quella di Sam Young: poche chiacchiere, più basket. A quanto pare il metodo funziona, dato che impressionare il leggendario coach Krzyzewski (coach K per gli amici e per Mercogliano) non è da tutti.
Ah, il titolo originale del pezzo è 'N.C. State Stars Lorenzo Brown & Richard Howell Dish On Being Underrated', ma in italiano 'parlano dell'essere sottovalutati' faceva cagare (a proposito, l'altro protagonista dell'intervista, Lorenzo Brown, sarà il play di Venezia nella prossima stagione...occhio).
Dime: Come va ragazzo?
Howell: Sta andando bene, mi sto divertendo. È bello viaggiare e parlare con i vari GM, non tutti hanno queste possibilità, perciò sto sfruttando la cosa al massimo.
Dime: Come riesci ad avere le energie e ad essere concentraato pur viaggiando continuamente da una città all'altra?
Howell: Basta guardare la situazione da una prospettiva più ampia. Sono certo che alla fine di questo viaggio penserò che ne sia valsa la pena, mi basta pensare a questo.
Dime: Le squadre interessate a te si concentrano soprattutto sui tuoi istinti a rimbalzo e il tuo gioco di forza dentro l'area. Pensi che il tuo gioco offensivo sia trascurato?
Howell: Sicuramente. Credo che sia una delle cose che mi potrebbero distinguere da tutti gli altri.
Dime: Hai avuto la possibilità di mostrare questa parte del tuo gioco?
Howell: Solo nei workout con i ballhandling e gli esercizi di tiro. A N.C. State non avevo bisogno di tirare più di tanto, qui voglio mostrare che so fare anche altro, come palleggiare e altre cose del genere.
Dime: Che impressione hai suscitato tra le squadre per cui hai fatto i workout?
Howell: Tutti si sono detti impressionati. Non sapevano che sapessi giocare in questo modo in attacco, erano a conoscenza solo delle mie capacità a rimbalzo.
Dime: Qual è la chiave per essere un gran rimbalzista come te?
Howell: Si tratta di orgoglio. Se vuoi il rimbalzo, è proprio lì.
Dime: Quando hai iniziato a giocare a basket?
Howell: Ho giocato il mio primo campionato in seconda media.
Dime: Che tipo di giocatore eri allora?
Howell: Ero molto scoordinato, e lo sono stato fino al mio secondo anno di liceo. Allora giocavo soprattutto a football.
Dime: In che posizione giocavi?
Howell: Quarterback.
Dime: Eri nella squadra della scuola?
Howell: Si, è stato bello.
Dime: Pensi che dovresti avere più considerazione quando si parla di Draft?
Howell: Potrei avere più considerazione, ma resto concentrato su quello che sto facendo ora. Sento di poter essere una grande sorpresa, ed è quello che mi dicono le persone con cui lavoro. Non ho nessun problema con chi parla poco di me, mi sta bene passare sottotraccia.
Dime: Cosa ti da tanta fiducia?
Howell: La maggior parte dei ragazzi che ora sono in NBA e nel draft. Io ho giocato nella AAU (Amateur Athletic Union, dei tornei estivi con i migliori talenti degli usa) e ho fatto buone prestazione contro tutti i miei avversari. Non sono preoccupato degli altri e di dove essi possano andare, so che sono all'altezza di tutti gli altri.
Da questa intervista abbiamo imparato che, in breve, al buon Richard non gliene frega un cazzo di quello che la gggente dice di lui. È consapevole di essere un buon giocatore, anche in aspetti del gioco in cui gli addetti ai lavori non lo considerano particolarmente abile.
Lui intanto continua a lavorare a testa bassa: poche chiacchiere, più basket.
P.S. La 500 che ho vinto non mi è ancora arrivata.
La sua filosofia sui rimbalzi è emozionante, speriamo bene :)
RispondiEliminaPeccato per la 500 magari la si dava al buon Richard per allenarsi a fare a sportellate
RispondiEliminaPer quello meglio una Fiat Uno vecchio stile, sicuramente più resistente!
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