A due giorni dalla fine dell'anno, tra stipendi lasciati alla cassa di una pescheria o in mano ad un PR che ti propone "seratone", c'è chi i botti li ha già sparati, e pure forti, checchè ne dicano gli animalisti più ferventi.
La JuveCaserta ha chiuso il suo 2015
con due vittorie da tenere il cuore ammollo nello zucchero per
settimane, e non solo per il quantitativo abnorme di struffoli e
pandori ingurgitati. Due vittorie che accompagnano i bianconeri
all'uscita di questo maledettissimo anno, e li proiettano ad un
sessantacinquesimo che, comunque andrà, ci vedrà ancora qui, ancora
sui gradoni del Palamaggiò, e tanto già ci basta.
Due vittorie, tra Avellino e Brindisi,
che hanno fatto saltare il banco, squarciato quel velo di isteria che
ormai soffocava tutti, società, tifosi, stampa. Ma no, la squadra
no.
Che Caserta sia una città che vive di
isterie e reazioni esagerate tanto quanto immotivate, è cosa nota,
ma questa volta rischiavamo di farci la cartella, e non parlo di
tombola. C'era così tanta isteria che saltavano teste, si scriveva e
si cancellava tutto e il contrario tutto, come se in un perenne
attacco di panico, la lucidità fosse bella che andata, e non
restasse che trovare il colpevole. Vince chi lo trova prima. Un
macello.
Ne siamo usciti nell'unico modo in cui
potevamo uscirne: tornando al campo.
Nel momento esatto in cui abbiamo
raggiunto l'apice dell'isteria, in quei lunghissimi 15 minuti di
intervallo sul -21 nel freddo del settore ospiti del PalaDelMauro,
abbiamo inaspettatamente rivisto la luce della Ragione. La prima
volta in cui è stata la squadra a prenderci per mano e a
trascinarci, noi pavidi pontificatori di polemiche, dicendoci
"uagliù, ma che siete venuti a fare qua tra i monti irpini? A
cacare il cazzo o a tifare per noi?". E mentre noi già
invocavamo ghigliottine e rivoluzioni, Dell'Agnello, Cincia, Giuri da
3 con il tiro più pesante della gara, e ovviamente Siva e Hunt,
hanno rimesso la chiesa al centro del villaggio. La JuveCaserta al
centro dei pensieri nostri.
Perchè a volte dimentichiamo che in
quel palazzo dei 100 giorni abbiamo visto centinaia di giocatori
diversi, decine di allenatori e presidenti, ma no, di squadra ce n'è
sempre stata una, e una soltanto. E manco 6 mesi fa piangevamo il
morto in casa sui gradoni dell'Astronave di Pesaro.
È proprio questo che, in barba a
pseudo-presidenti e pseudo-tifosi, i ragazzetti in canotta bianconera
c'hanno sbattuto in faccia. Prima ad Avellino, poi nel tepore
casalingo al cospetto di Brindisi, siamo tornati a parlare del campo,
e di JuveCaserta, e mai come in questo momento, Grazie Ragazzi.
Ora però non significa che da qua alla
fine le dobbiamo vincere tutte, anzi, ve lo dico da mo così non vi
stupite poi: a Trento potremmo addirittura perdere, come nelle
prossime 15 partite del ritorno, e sapete perchè? Perchè siamo una
squadra con dei limiti, perchè quando viaggi a certi budget e a
certi livelli, hai dei limiti, devi solo augurarti di riuscire a
nasconderli il più possibile.
"Se avessimo una guardia, un centro, un realizzatore e Kobe, saremmo perfetti".
"Se avessimo una guardia, un centro, un realizzatore e Kobe, saremmo perfetti".
E grazie al Cazzo.
Saremmo fortissimi, saremmo bellissimi,
saremmo imbattibili.
Invece no.
Siamo limitati, siamo a tratti davvero
brutti, normalmente solo brutti, e soprattutto siamo fragili, come un
uovo Fabergè in una cassetta degli attrezzi.
Quindi ora che i nostri ragazzi ci
hanno ricordato che cazzo ci stiamo a fare qui, non abbiamo più
scuse. Dobbiamo proteggerli.
Perchè se Siva butta uno, due, tre
palloni per aria alla ricerca di un alley-oop che vede solo lui,
dobbiamo proteggerlo.
Perchè se Hunt a due centimetri dal
canestro s'azzecca sul ferro, dobbiamo proteggerlo.
Perchè se Bobby Jones sbaglia il primo
pallone, poi non si rialza più. Ed allora dobbiamo proteggerlo.
Perchè noi questa squadra abbiamo, e
se volete una guardia forte forte, un centro forte forte, un ala
forte forte, avete sbagliato palazzo, c'è ancora qualche abbonamento
disponibile al Forum d'Assago se controllate però.
Per chi resta al Palamaggiò, e
s'abbraccia la croce di tifare JuveCaserta, allora pochi cazzi.
Proteggiamo questi ragazzi.
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