lunedì 9 gennaio 2017

SI, E' UN FALLIMENTO.


Facciamo un esperimento collettivo, entriamo un attimo nella mente di un bambino che si approccia al minibasket. Piccoli e con quel cazzo di taglio a caschetto che ti fanno le mamme ma che tu odi. Siamo seduti in panchina, ancora una volta in panchina, mentre gli altri si divertono su e giù per il campo. Imbronciato, deluso, guardi la gara e vedi che fanno un sacco di errori, e ti chiedi, una volta tanto, perchè per una volta non potessi esserci tu lì.
Il tuo allenatore ti passa davanti, e ti fai coraggio, gli dici "Coach, posso giocare anche io?".
Tu, quello scarso che anche se si gioca tra amici viene scelto per ultimo ai campetti, chiedi una possibilità. Il coach però ti siede accanto, e ti sbatte in faccia che alla fine tu sei scarso, non era previsto che giocassi, nonostante le buone impressioni negli allenamenti prima, e poi oh, scarsone, quando mai ti hanno fatto giocare gli altri allenatori negli ultimi 25 anni? Sta buono e passa l'acqua ai compagni.

Ecco, è quello che più o meno mi è entrato dentro quando coach Dell'Agnello ha parlato nel post-Avellino.
Non eravamo a numero, quelli come noi, tifosi casertani, Rimini se la vedono solo su Sky o al massimo in estate, per rimorchiare tedesche. Non era il nostro obiettivo, non era previsto fossimo lì, non fa nulla se non ci andiamo.
La morte dell'agonismo, un chiodo sulla bara dello sport, da parte di chi era e resta ancora un esempio di sport e agonismo ai massimi livelli. Non me l'aspettavo per nulla, una dichiarazione uscita male di questo tipo. 

Ora abbiamo giocato a Sassari, si è provato a mettere una pezza comunicativa ri-sventolando il vessillo delle Final8, ma il campo c'ha detto picche e quindi a posteriori forse aveva ragione lui, non eravamo previsti, nè tantomeno invitati, e ce la guardiamo giustamente in TV.

Questo però, che sia chiaro, non è un'opportunità sfuggita o un sogno mancato. Bisogna dare il giusto peso alle parole, e questo è un dannatissimo fallimento. Un fallimento che nonostante una squadra niente male e un paio di scommesse vinte, ancora per un anno ci lascia qui, nel nostro acquitrino di mediocrità alla giornata, sognando il 15esimo posto in classifica come fosse un oro olimpico.
È un dannatissimo fallimento perchè quel posto abbiamo dimostrato non solo di meritarlo, ma di starci alla grande, abbiamo dimostrato che andando oltre il budget e le aspettative, la nostra squadra è stata assemblata bene, con giocatori sottovalutati e altri in cerca di riscatto, che quindi, in barba a chiunque, era seconda in classifica a metà girone d'Andata. Mica cazzi, per dire.
Perchè a volte, con colpe anche dei tifosi eh, il basket lo trasformiamo nel gioco del ca..lcio, in una cosa per ragionieri che fanno conti e spending review, gm da bar che sognano maratone di basketmercato, e così via. Invece no, il basket resta uno sport, il più bello al mondo per chi vi scrive, e qualsiasi cosa, dallo scudetto alla promozione in Serie D, si ottiene sul campo.
Si costruisce e lavora per obiettivi, ma l'unico avente diritto di parola, è il parquet, e solo il parquet decide chi merita cosa e chi lotta per quale risultato.

Noi c'abbiamo creduto davvero, e voi ce l'avevate fatto credere, siamo arrivati al punto in cui solo noi potevamo fallire, e abbiamo fallito. Anche male. Con tutte le attenuanti del ca...so che volete, Czyz malato, Bostic zoppo, Arbitri cornuti, quello che volete. Ma abbiamo fallito male.
E questo non per gettare una croce su Tizio e Caio, ma per dire che qualcosa non va, che queste sconfitte sono più di un allarme, sono una crisi.
E siamo certi che il lavoro non manca, avendo imparato a conoscere l'etica di coach Dell'Agnello, e non hanno certo bisogno dei post su Facebook di "quelli che ne sanno" per trovare soluzioni sul campo, figurarsi quindi delle parole di tre pivelli di un blog ironico. Quello che però vorremmo augurarci è che si ritrovi quella scintilla negli occhi che faceva difendere alla morte contro chiunque lo scorso anno, e al contempo si dia nuova benzina a quel motore offensivo che ha annichilito chiunque nei primi mesi di Campionato di quest'anno.
Insomma Dell'Agnè, tiraci e tirati fuori da questo pantano, e torniamo a far rispettare questi colori al Palamaggiò come in giro per lo Stivale. 

Ciao Rimini quindi, ci vediamo forse per le vacanze, nel frattempo che state là magari noi facciamo una gitarella al lago Patria con tanto di frittata di maccheroni, così mettiamo una pezza al fegato corroso dagli ultimi anni e non c'intossichiamo a guardare quei ragazzini felici e contenti che vanno su e giù per il campo che noi, ancora una volta, non siamo stati in grado di calcare. 

P.S. il pezzo non ha voluto tenere conto di quanto accaduto tra Avellino e Trento, perché se da un lato è meglio così, una qualificazione nonostante tutto avrebbe finito per nascondere i problemi, è anche vero che quando si tratta di incastri di risultati dagli altri campi per la JuveCaserta, i bardi potrebbero declamarne leggende e sventure in tutte le Taverne del continente.

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