sabato 2 giugno 2012

JUVECASERTA STORY: STAGIONE 1978/79

Già da qualche tempo avevamo in mente di realizzare sul blog una rubrica in cui raccontare la grande storia della JuveCaserta, il problema era trovare materiale adatto e qualcuno esperto in materia. 
Grazie alla collaborazione con JJ78, già ideatore in passato di un blog sulla storia della JC (quanto leggerete è tutta farina del suo sacco) nasce "JUVECASERTA STORY", il racconto dettagliato, stagione per stagione, delle vicende della nostra squadra nel panorama cestistico italiano. Si inizia con la stagione 1978/79!


Stagione 1978/79: la Juvecaserta tornò in serie A2, dopo la breve e negativa presenza del 1975.

ROSTER


GLI STRANIERI
Dopo Paul Coder, USA visto a Caserta nel 1975, la Juvecaserta, per la prima volta nella sua storia, firmò una coppia di giocatori a stelle e strisce. Si trattava di 2 coloured:
 
Ricky Brown
Ricky Brown, ala di 204 cm, prodotto della Università di Alabama, scelto nel 1977 dai Portland Trail Blazers al terzo giro con il pick n. 16 (scelta assoluta n. 63); non giocò mai nei professionisti. Ala dal tiro mortifero, capace di segnare anche da oltre 7 metri (con la linea dei 3 punti, avrebbe fatto faville), giocava con una piccola asciugamano infilata nei pantaloncini! 
Le sue cifre per partita: 26 punti (44% tiri dal campo - 70% tiri liberi), 9.5 rimbalzi, 3,8 palle perse. La sua migliore partita il 3 gennaio 1979 contro la Mobiam Udine, quando realizzò 50 punti con 22/44 al tiro.
Larry Moffett
Larry Moffett, pivot di 208 cm, nato il 05/11/1954 a Mobile nello stato di Alabama. Al college raggiunse le final four con UNLV (le sue cifre: 8,0 punti e 9,2 rimbalzi), nel 1977 fu scelto al secondo giro con il pick n° 12 dagli Houston Rockets (scelta assoluta n°34); la NBA la vide solo nel 1977, quando proprio con la maglia dei Rockets (esattamente la numero 41) disputò 110 minuti in 20 gare. 
Un lungo piuttosto atletico e rapido, ma con la mano ruvida. Le sue cifre per partita: 21 punti (47% tiri dal campo, 51% tiri liberi),  9,1 rimbalzi, 3 palle perse. Tornò in Italia 5 anni dopo, nel 1983, quando disputò 6 partite in serie A1 con la Latini Forlì, producendo 12 punti e 11 rimbalzi per gara.

I due USA cominciarono molto bene la stagione, per poi sgretolarsi insieme alla squadra; si trattava di 2 giocatori dal grande talento, ma piuttosto folli: molti raccontano che, nella vita privata, amavano le corse in automobile, con frequenti incidenti! (parlando di vita privata, riportiamo a titolo di cronaca un aneddoto che vede Moffett coinvolto in rapporti con donne di facili costumi, le quali rifiutarono di offrire la propria prestazione all'americano in quanto, da buon coloured, pareva essere ben dotato...forse troppo.)


GLI ITALIANI
Mario Simeoli, il miglior 
rimbalzista italiano della serie A2 

Il roster della Juvecaserta era ricco di giocatori campani. Tra di essi esplose, dando un grosso contributo alla causa salvezza, Mario Simeoli. Pivot, classe ’57, nato a Napoli, approdò giovanissimo a Caserta,  reclutato a 13 anni dal Centro Cestistico Campano. 
Aveva mosso i suoi primi passi con la canotta bianconera nella stagione 75-76, accanto a Paul Coder, ma un infortunio al menisco bloccò la sua crescita cestistica.
La ripresa fu lenta, anche l’inizio di stagione non fu dei migliori: con Moffett, i palloni giocabili erano pochini; nella parte finale ebbe un rendimento notevole, anche grazie ai consigli del suo allenatore Giovanni Gavagnin, che da giocatore era stato uno dei migliori  pivot italiani degli anni sessanta. Al termine del campionato Simeoli risultò il miglior rimbalzista italiano della serie A2, con 7,1 rimbalzi per partita (186 rimbalzi in 26 gare) e realizzò 13,2 punti per gara.
Altri giocatori campani che emergevano, furono la guardia Sergio Donadoni, che realizzò 13,1 punti per partita e il playmaker Antonio Di Lella, terzo assoluto della serie A2 nelle palle recuperate (2,7 per gara), dietro ai mostri a stelle e strisce Foster (Manner Novara) e Jeelani (Eldorado Roma).

I RISULTATI
Il campionato cominciò nel migliore dei modi, con 4 vittorie nelle prime 6 partite; poi 6 sconfitte nelle ultime 7 gare del girone di andata. 


Durante il girone di ritorno la Juvecaserta ottenne, come all’andata, soltanto 5 successi su 13 incontri. I bianconeri mostrarono la loro pochezza in campo esterno, ottenendo però una vittoria prestigiosa, contro l’Eldorado Roma, che al termine del campionato giunse terzo e fu promosso in serie A1.



LA CLASSIFICA
Il team bianconero concluse la stagione al 12° posto (su 14 squadre partecipanti) con un record di 10 vinte e 16 perse, quanto bastò per garantirsi la permanenza in Legadue anche per l'anno successivo.


LE STATISTICHE


I TIFOSI
La Juvecaserta giocava al Palasport di Viale Medaglie d'Oro (2000 Posti), dove molti erano i tifosi al seguito. I più caldi si raggrupparono, formando i Black Panthers, che ad ogni partita mettevano in bella esposizione, uno striscione bianconero che recitava:"ORGOGLIO DI ESSERE MERIDIONALI"
Una curiosità: prima di una partita casalinga contro la Rodrigo Chieti, venne gettato in campo del sale per scongiurare eventuali malocchi contro la squadra, il risultato fu tante scivolate da parte dei giocatori in campo (tanto che Superbasket pubblicò un servizio "Le cascate di Caserta", accostando le cascate della Reggia a quelle dei giocatori in campo). Il sale però portò bene: Caserta batté Chieti.

4 commenti:

  1. Ci sono un pò di inesattezze:il Vice era Bernardi e Santino Piccolo diventò GM solo al termine di quella stagione per poi essere sostituito da Giancarlo Sarti contestualmente all'avvicendamento Gavagnin-Marchionetti

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  2. L'avvicendamendo Gavagnin-Marchionetti e l'arrivo di Sarti avvenne nella stagione successiva, quella del Diario ... sul vice provvediamo a correggere l'errore

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  3. Errore madornale sul tifo: i "black panthers" occupavano la curva di fianco alla panchina ospite, opposta a quella dello striscione menzionato, . Due gruppi ben distinti e separati.

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