(Non succede spesso che qualcuno vada a dire in giro che è amico di quei blogger di JuveCaserta Report. Questione di dignità, comprensibile, anche i nostri genitori fanno fatica a chiamarci “figli” in pubblico, suona loro quasi come un'ammissione di colpevolezza.
Eppure Maria è una nostra amica, e dato che noi di Bojo non sapevamo nulla, ha detto: “non preoccupatevi, mo' ve lo spiego io chi è 'sto qua”.
Allora ecco a voi Bozhidar Avramov, il ritratto a cura di Maria Mitsova, giornalista bulgara, corrispondente per Gong.bg, Bgbasket.bg ed Eurobasket.com.)
Bozhidar Avramov è uno dei giocatori più rispettati in Bulgaria al giorno d'oggi.
È dovuto crescere in fretta, così come in fretta sono aumentate le responsabilità, fin da quando aveva appena 15 anni.
Quando il Pamesa Valencia lo notò nel 2007, in patria già avevano potuto apprezzare il talento di Bozho. Quello che non tutti però ancora conoscevano, era il carattere che il ragazzo possedeva. È riuscito a destreggiarsi attraverso le difficoltà della gioventù vissuta a Valencia, vivendo da solo, lontano da genitori, famiglia, affetti.
In campo la vita gli sorrideva. Rapidamente fu incluso nella prima squadra da coach Fotis Katsikaris, uno dei migliori allenatori del Vecchio Continente. Il debutto in ACB e in Eurocup a 17 anni fu un'esperienza straordinaria per Bojo.
Sfortunatamente, ha dovuto lasciare presto il proprio posto nel roster a causa delle regole stringenti della lega spagnola riguardo l'utilizzo di giocatori stranieri, minorenni, nei team senior.
Un paio di mesi di esilio forzato dalla prima squadra, poi il reintegro al compimento della maggiore età.
La stagione seguente è avara di minuti in campo, e al giovane bulgaro viene lasciato ampio spazio nella seconda formazione, militante in LEB Oro, per crescere e maturare esperienza, pur restando a Valencia.
Nello stesso anno, il 2009, Avramov esordisce in Nazionale, quella dei grandi, pur restando la stella più brillante dell' U20 bulgara.
L'estate successiva lasciò la penisola iberica, destinazione Larissa, Grecia. Nell'Olimpia lavora tanto, gioca altrettanto, finchè non valica il confine settentrionale ellenico e rientra in patria. Mancava da 4 anni, e al ritorno fu firmato immediatamente dal Lukoil Academic – assoluta dominatrice in Bulgaria.
Neppure il tempo di completare il precampionato, e il ragazzo classe '90 divenne il leader della miglior squadra del Paese, anche silenzioso a volte, con tutti gli USA intorno a lui.
Giocò al meglio quando gli affiancarono in quintetto Brandon Heath: con l'assetto a doppia guardia il talento di entrambi venne esaltato, e per l'Academic il dominio si fece totale: Avramov vinse qualsiasi cosa con il Lukoil, essendo per la squadra il fattore chiave in molti dei trofei che il club ha sollevato durante la sua permanenza lì.
Ha lasciato il club all'inizio di quest'anno, non avendo trovato un accordo sulla durata del contratto con la dirigenza, e ha così deciso di tornare a casa per questa stagione, nel team che l'ha cresciuto sulle rive del Mar Nero: il Cherno More.
Nonostante stesse bene a “casa”, era chiaro come il giorno che necessitasse di trovare un team all'estero, una squadra che risultasse perfetta per esaltare il suo grande potenziale e le sue qualità.
Lo status di MVP e All Star in patria non è mai stato in dubbio; il suo problema maggiore in ogni esperienza, dalla Spagna al Lukoil, è stato il continuo oscillare tra i due spot di guardia, “1” e “2”.
Ha sviluppato le sue abilità nel tiro in maniera esponenziale con il trascorrere degli anni, e proprio con il tiro dall'arco spesso ha deciso le gare negli istanti decisivi.
Non è, però, stato mai una pointguard pura, anche se in Bulgaria è stato forzato in questa posizione soventemente, a causa della carenza di qualità nei suoi pariruolo.
Proprio per questo Bozho rende al meglio quando è affiancato da un playmaker puro.
Come molti altri giocatori offensivi, ha le sue pecche in difesa. Non è mai stato un problema serio per lui, ma Avramov non ha mai smesso di lavorarci su al meglio.
Nella sua vita personale, il ragazzo è divenuto uomo, un uomo rispettato fin da quando aveva vent'anni, ha sempre guardato tutti i suoi interlocutori dritto negli occhi.
Ha una relazione da lungo tempo con la star della pallavolo, Elitsa Vasileva, una storia davvero importante per lui. Così come lo è il rapporto con i suoi genitori e i suoi amici d'infanzia, quelli più stretti, quelli di sempre.
Persona brillante e intelligente, si nasconde dietro la timidezza con chi non conosce, ma quando ti permette di “accedere” nella sua vita, è il miglior amico tu possa desiderare.
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