martedì 4 agosto 2015

206 IN CASERTA


“I’d love to have you an extra year,” Lloyd said, smiling. “But when I first started working with you, there were days when I wouldn’t have thought that.” 
 
Lloyd sta per Tommy Lloyd, assistant coach di Gonzaga University, college frequentato da Micah Downs tra il 2006 e il 2009. Già questo breve stralcio di intervista fa capire in poche parole il profilo del personaggio: particolare, talvolta contraddittorio, poco disponibile a scendere a compromessi, istintivo, passionale, naive. O lo odi o lo ami, senza mezze misure, come piace a lui. E questo Lloyd lo aveva capito, ha imparato ad amarlo al punto tale da chiedergli, tra il serio e il faceto, di rimanere ancora un altro anno tra i suoi Zag's.

Quello che oggi il nostro Micah è diventato, alla soglia ormai dei 29 anni, lo deve principalmente a ciò che la vita gli ha riservato in passato, non necessariamente vissuti che ama ricordare, ma di certo esperienze che lo hanno fortificato: la contraddittoria figura paterna, che l'ha portato per motivi di lavoro a girovagare per gli USA già in età adolescenziale cambiando 7 high school di fila e non solo, l'amore mai nato con Bill Self, coach dei Kansas Jayhawks e quello mai tramontato con Mark Few, coach di Gongaza University.

Downs nasce nell'86 a Kirkland, Washington State, a pochi minuti di auto da Seattle. La sua storia è quella di un ragazzo cresciuto subito, che non ha praticamente mai potuto godere della spensieratezza che la giovane età di un liceale normalmente dovrebbe avere: infatti neanche il tempo che gli crescano i peli della barba che già comincia la sua vita da giovane vagabondo al seguito del padre. Ecco, il padre: già cambiare 7 licei non è proprio il massimo per un adolescente, se a questo aggiungiamo che il rapporto col lui non fosse propriamente idilliaco, capiamo perchè di lì a qualche anno Micah decise di troncare ogni legame con lui.


Downs stesso descrive il padre come una persona eccessivamente presente nella sua vita, una persona folgorata dal talento di quel giovane figlio che saltava, schiacciava, tirava e passava con una naturalezza sopra la media e ossessionata dall'idea che potesse sfondare il portone d'ingresso del grande basket, quello dei Pro. Insomma, la classica storia del figlio con talento vittima delle eccessive aspettative di un padre che, così facendo, ne ha minato certezze, stabilità emotiva e ha compromesso una miriade di rapporti umani facendo terra bruciata attorno al ragazzo.


"His teammates hated him", così diceva John Thatcher, coach di Butte, Montana, una delle 7 high school frequentate da Downs. Il ragazzo aveva difficoltà di adattamento, non riusciva ad integrarsi bene e la precarietà con cui quotidianamente conviveva non lo aiutava. Alla fine coach Thatcher ne chiese l'allontanamento, giustificandolo così:

"He didn’t get along with the kids. I’m not going to blame him. His dad was very difficult when he was around him. He didn’t get a chance to be a kid and to be a good athlete."

Dopo l'ultimo anno di liceo trascorso a Juanita (Bothell, Washington State), Micah decise di intraprendere il suo percorso universitario a Kansas, approdando alla corte di coach Self. Anche qui ebbe vita breve, durò appena qualche mese: dicono problemi di adattamento, pare che non andasse d'accordo con Self e che, testuali parole "didn't trust anybody", ovvero non si fidava di nessuno.

Siamo nel 2006, Downs lascia i Jayhawks e approda a Gonzaga, è la svolta della sua vita. Complice forse anche il fatto di essere riuscito nel contempo ad allontanare definitivamente l'opprimente figura paterna, Micah esplode definitivamente: West Coast Conference (WCC) All-Tournement Team nel 2007 e nel 2009, e sempre nel 2009 MVP della WCC.
Decisiva per la sua crescita e maturazione la figura di coach Few, a suo dire l'allenatore a cui è più legato e nei confronti del quale ancora oggi nutre enorme rispetto e riconoscimento.
Del resto basta vedere i seguenti tweet:
 
Dopo l'esperienza collegiale non viene scelto al draft del 2009: chiariamoci, il talento non era in discussione, il ruolo che avrebbe avuto nell'NBA si. Pur essendo un'ala a livello NCAA, veniva considerato dagli addetti ai lavori per taglia fisica e stazza una guardia a tutti gli effetti. 
In quest'ottica difetti come la discutibile selezione dei tiri (scarsa percentuale al tiro dal campo), l'inconsueta imprecisione ai liberi (appena 70%), il ball handling sotto la media di un esterno e l'incapacità di crearsi il tiro da solo hanno prevalso sui pur molteplici pregi: debordante atletismo, lunghezza di braccia o velocità di piedi che lo rendono un eccellente difensore sul portatore di palla, presenza a rimbalzo e capacità di essere pericoloso al tiro, sia da oltre l'arco che dal mid-range.
Svanito il sogno NBA, Micah intraprende, come da sua natura, un lento girovagare per il mondo, facendo da spola tra Europa e D-League: al 2009/10 risale la sua prima esperienza europea, per il KK Zadar in Croazia con cui gioca l'Eurocup (11 punti, 3.6 rimbalzi di media e il 54.5% dal campo).
Nelle due stagioni seguenti gioca rispettivamente in LEB Oro (seconda lega spagnola) per il CB Atapuerca (2010/11) e l'anno dopo per il Basquet Manresa (2011/12) in ACB, dove chiude il campionato con 13.4 punti di media vincendo l'ACB Rising Star Award, premio che viene riservato al miglior giovane giocatore del campionato e che negli anni è stato vinto, nell'ordine, da Sergio Rodriguez, Carlos Suarez, Ricky Rubio, Mirza Teletovic, Brad Oleson e Gustavo Ayon. Insomma, è in buona compagnia.
 


Dopo l'ottima stagione in Spagna, i Boston Celtics decidono di firmarlo, per poi spedirlo per l'intera stagione 2012/13 in D-League ai Maine Red Claws (se vi suona sinistramente familiare è normale, si tratta della stessa squadra che ha avuto il piacere di accogliere tra le sue fila, l'anno dopo, il talento da cecchino di Franco Gaines, alias "la guardia che fa canestro" (cit)). In ogni caso anche qui il nostro Micah non passa proprio inosservato: 16 punti e 6 rimbalzi col 39% da 3, facendo parte, per quel che può valere, dell'NBDL All Star Team.

Nel luglio 2013 Downs torna in Europa, stavolta in Ucraina, a Kiev, tra le fila del Budivelnik (con cui gioca anche un'Eurolega da 10 punti di media e addirittura il 57% dal campo  e una memorabile partita contro il CSKA chiusa con 23 punti, 5/7 da 2, 4/7 da 3, 4 assist e 4 rimbalzi, di seguito gli highlights della partita), dove però rimane solo per qualche mese per poi fare ritorno in D-League, nientepopodimenoche agli Erie Bayhawks, squadra della Pennsylvania con un logo che è un incrocio tra quello degli Atlanta Hawks e quello della Casertana (clicca qui), affiliata originariamente a Cavaliers e 76ers e oggi agli Orlando Magic (disturbi della personalità ne abbiamo?). Anche qui Micah sostanzialmente porta a casa la pagnotta: 16 punti, 4.3 rimbalzi di media e 36% da 3.



La scorsa stagione Downs ha nuovamente varcato l'oceano, stavolta per approdare in Russia, a Saratov. Nell'Avtodor mette a referto 13 punti, 5.4 rimbalzi e 2.6 assist di media con il 36% da 3, giocando anche in Eurochallenge.


E così arriviamo a noi: luglio 2015, Downs firma per la Juve, sarà la nuova ala piccola titolare a disposizione di coach Dell'Agnello. Cosa aspettarci allora da questo nomade bianco a stelle e strisce? Negli USA un giocatore simile viene definito glue player, alias collante. Ebbene a nostro avviso questo sarà il principale ruolo di Micah: togliamoci dalla testa l'idea che sia uno dal ventello facile, come è possibile notare anche dalle cifre messe su nelle precedenti esperienze europee non lo è mai stato e difficilmente lo potrà diventare. Ma ricopre altresì un ruolo decisivo: difensore e rimbalzista eccellente, rispettabilissimo tiratore sugli scarichi (in carriera non è mai sceso sotto il 36% da oltre l'arco), giocatore piuttosto completo e dotato di elevato IQ cestistico, abile nel leggere le varie situazioni di gioco e nel comprendere ciò di cui necessita la squadra, rendimento discretamente costante, esperienza europea a buon livello e quindi verosimilmente non avrà bisogno di particolari tempi o difficoltà di ambientamento e infine un profilo caratteriale che, a naso, dovrebbe trovare terreno fertile a Caserta. Tra l'altro sembra anche piuttosto entusiasta dell'esperienza italiana che si troverà ad affrontare, almeno leggendo qui:


PS. Piccola chiosa sul titolo, nel caso in cui a qualcuno non fosse chiaro: 206 è il prefisso telefonico dell'area metropolitana di Seattle (dove Micah è nato e ha passato la sua infanzia), un pò come lo 0823 per Caserta. In realtà quel numerino per i giocatori nati nella zona è ben più che un semplice prefisso, metaforicamente incarna il senso di appartenenza verso il luogo da cui provengono. È diventato nel corso degli anni talmente importante che è ormai usanza per la stragrande maggioranza dei giocatori di Seattle e dintorni tatuarselo sullo sterno. 

3 commenti:

  1. Finalmente una squadra agonisticamente forte . Sono sicuro che a differenza del ' brutto campionato scorso . Quest ' anno c 'i leveremo tanti sfizi ' e' anche qualche sassolino dalle scarpe . A proposito (Cani ) pesaresi . rettificò volevo dire cari pesaresi .Verremo.a vincere a Pesaro . A Caserta non vi asfaltiamo . Lo vuole anche il nostro Sandro . visto come lo hanno trattato male ' iniziando dal signor can ...caro A Costa . Che ha fatto di tutto per non far venire ' a Pesaro la meravigliosa torcida Casertana . A proposito appuntamento per lunedì 2 novembre ' a Bologna tutti i bianconeri emigranti dell Emilia ci ' dovete essere c ' i saranno i nostri fratelli della Fortidudo con noi come sempre . A Bologna si deve vincere .E forza magica JC .

    RispondiElimina
  2. Finalmente una squadra agonisticamente forte . Sono sicuro che a differenza del ' brutto campionato scorso . Quest ' anno c 'i leveremo tanti sfizi ' e' anche qualche sassolino dalle scarpe . A proposito (Cani ) pesaresi . rettificò volevo dire cari pesaresi .Verremo.a vincere a Pesaro . A Caserta non vi asfaltiamo . Lo vuole anche il nostro Sandro . visto come lo hanno trattato male ' iniziando dal signor can ...caro A Costa . Che ha fatto di tutto per non far venire ' a Pesaro la meravigliosa torcida Casertana . A proposito appuntamento per lunedì 2 novembre ' a Bologna tutti i bianconeri emigranti dell Emilia ci ' dovete essere c ' i saranno i nostri fratelli della Fortidudo con noi come sempre . A Bologna si deve vincere .E forza magica JC .

    RispondiElimina
  3. The best slots from the top casino 【2021】
    Play online slots 안산 출장샵 with jackpots! In fact, the biggest games 경산 출장안마 you will 전라북도 출장마사지 find here 세종특별자치 출장샵 are some of the best casinos with 김제 출장안마 jackpots online.

    RispondiElimina